Asilo di genere per una compensazione di genere

Un asilo in cui i bambini hanno cura uno dell’altra e si massaggiano reciprocamente con lozioni balsamiche, mentre le bambine saltano sui tavoli e lanciano pugni in aria. Entrando in una delle 19 scuole materne islandesi che seguono il modello di insegnamento Hjalli, è evidente che gli stereotipi di genere siano un ricordo lontano.

L’Islanda, al primo posto nel mondo per l’uguaglianza di genere, considera il suddetto modello, praticato nella scuola materna, particolarmente progressista.

Fondata nel 1989 dalla femminista radicale, così come si autodefinisce Margrét Pála Ólafsdóttir (nella foto a lato), le scuole Hjalli mirano a contrastare ruoli e comportamenti di genere stereotipati.

Ragazzi e ragazze sono separati per la maggior parte del giorno e compensano attivamente il loro genere praticando comportamenti solitamente associati all’altro sesso: dall’avere coraggio e prendendo l’iniziativa alla disponibilità e al rispetto degli altri.

“Il modo migliore per avvicinarsi all’uguaglianza è ammettere le differenze”, ha detto Ólafsdóttir. Secondo la teoria di Hjalli, tenendo separati i sessi, i ragazzi e le ragazze sono liberi di sviluppare le loro personalità e scoprire i loro interessi, senza pressioni e restrizioni dei ruoli e degli stereotipi di genere convenzionali.

I giocattoli delle scuole sono tutti neutri rispetto al genere e tutti i bambini indossano uniformi identiche.

Ólafsdóttir, 60 anni, crede che se i bambini praticano solo comportamenti stereotipati di genere, come incoraggia la società, rischiano di scivolare in ciò che lei chiama “blu” e “foschia rosa”. Trovandosi ai due poli dello spettro di genere, è qui che i punti di forza naturali di ogni genere si ribaltano in punti deboli, ha spiegato.

Secondo Ólafsdóttir, la sensibilità delle ragazze e la loro natura premurosa possono trasformarsi in autocommiserazione e vittimismo, mentre la forza e il potere dei ragazzi possono diventare aggressività o persino violenza.

Tre decenni dopo la fondazione della prima scuola Hjalli, l’8% dei bambini islandesi in età prescolare è attualmente iscritti in uno dei suoi asili nido.

Dato che nella società, per esempio le bambole, sono appannaggio del “gentil sesso”, in queste scuole solo i ragazzi possono giocare con esse. “Le bambole sono solo per i ragazzi, le ragazze non hanno bisogno di esercitarsi”, spiega l’insegnante Kristín Cardew, esplicitando la  compensazione strutturata di genere, un lavoro che si effettua in classe circa una volta alla settimana, o a seconda di quanto lei ritenga necessario.

Gli insegnanti mirano a rafforzare l’empatia dei ragazzi e la loro natura premurosa. Nel frattempo, alle ragazze viene insegnato a rafforzare il loro coraggio e la sicurezza di sè stesse correndo a piedi nudi nella neve senza urlare o esprimersi in modo diretto su come si sentano.

“La prima variabile nella vita è il genere”, dichiara Ólafsdóttir, spiegando che i bambini spesso guardano all’altro sesso come un esempio di cosa non fare – un concetto a cui si riferisce come “reverse mirroring” – specchio al contrario.

“Quando hai solo ragazze è come se lo stereotipo di genere sparisse”, continua l’educatrice. Nel frattempo, i ragazzi non sono più considerati “femminuccie” se mostrano un interesse per attività considerate femminili. Ólafsdóttir crede che le ragazze siano più socialmente capaci, abbiano un’identità “noi” più forte e apparentemente abbiano il naturale desiderio di essere premurose e disponibili.

Sembra dunque, secondo il pensiero dell’educatrice islandese, che il lavoro di compensazione di genere, sia  necessario per la completezza del genere.

fonte: Euronews

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