Papa Francesco e gli ipocriti che non benedicono le coppie omossessuali

Nel corso di un’intervista al settimanale Credere, in edicola dall’8 febbraio 2024, Papa Francesco ha denunciato l’ipocrisia di chi si oppone alla benedizione delle coppie omosessuali. Nonostante le turbolenze all’interno della comunità cattolica, soprattutto fra i fedeli conservatori statunitensi e africani, il Pontefice, a pochi mesi dalla sua dichiarazione ufficiale pubblicata il 18 dicembre 2023 con il titolo Fiducia supplicans, il Papa, senza vacillare, oltre  ha confermare la sua decisione ha tacciato come ipocriti coloro che si esprimono contro il provvedimento del Dicastero per la Dottrina della Fede

“Nessuno si scandalizza se do la benedizione a un imprenditore che magari sfrutta la gente: e questo è un peccato gravissimo. E allora cosa succede se lo do a un omosessuale? Questa è ipocrisia! Il cuore del testo è l’accoglienza” ha dichiarato Francesco.

Eliminando ogni ambiguità, ha assicurato che questa decisione non autorizza il matrimonio omosessuale, consente di benedire non due sposi dello stesso sesso ma “due persone che si amano. E gli chiedo anche di pregare per me – ha aggiunto. Sempre nelle confessioni, quando arrivano queste situazioni, persone omosessuali, persone risposate, prego e benedico sempre. La benedizione non va negata a nessuno. Tutti, tutti, tutti. Attenzione, parlo di persone: chi è capace di ricevere il Battesimo”. In nome di una Chiesa capace di un’accoglienza ampia e incondizionata, che sappia essere vicina alle persone  che soffrono tanto.

“Noi chierici a volte viviamo nell’agio […]. Occorre vedere il lavoro, la sofferenza della gente” ha proseguito Papa Francesco, specificando come a parallele ad esperienze pastorali che sanno parlare alla gente semplice, ci sono “realtà più sofisticate”, formate da personaggi della Chiesa che si “sentono superiori”.

Si deve andare incontro ai giovani e si deve “aprire la Curia alla donne”. In quella romana ce ne sono e “per certi incarichi fanno meglio di noi uomini”.

Francesco, nonostante le controversie e contraccolpi  – che comunque lo accompagnano  fin dall’inizio del suo pontifico – è ottimista.  Pochi giorni prima di parlare con il direttore di Credere, in un’intervista a La Stampa, aveva riconosciuto l’importanza di “dare istruzioni precise sulla vita cristiana. Si benedicono le persone non le unioni” aveva puntualizzato senza però porre fine alle inquietudini dei contrari. Ma a protestare sono “piccoli gruppi ideologici … . Confido che gradualmente tutti si rasserenino sullo spirito della dichiarazione Fiducia supplicans.

Non teme lo scisma, altro spauracchio che spesso si agita contro il suo operare. “Sempre nella Chiesa ci sono stati gruppetti che manifestano riflessioni di colore scismatico…. Bisogna lasciarli fare e guardare avanti”. Così il tema delle sue dimissioni, domanda che gli viene posta regolarmente; serafico fa notare che la “Chiesa si governa con la testa non con le gambe”.

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