Le spose bambine nel mondo

Sono 640 milioni le ragazze e donne in vita costrette al matrimonio precoce, l’equivalente di 12 milioni all’anno secondo la stima globale inclusa nell’ analisi dell’UNICEF, appena pubblicata.

Trascorsi 5 anni dalle ultime stime, il risultato sarebbe positivo registrando da allora una diminuzione dal 21 al 19%, se non fosse che per le molteplici crisi che il mondo sta vivendo come i conflitti mondiali, gli shock climatici e le conseguenze del Covid 19, rischiano di annullare i progressi raggiunti.

Le cause citate, secondo il direttore generale dell’UNICEF Catherine Russell, spingono molte famiglia a considerare il matrimonio precoce un “rifugio” sicuro, quando invece le spose-bambine vanno incontro a immediate conseguenze deleterie e che le segneranno per tutta la vita.

La maggior parte di loro, dopo il matrimonio, sono costretta a lasciare la scuola, correno il rischio di diventare madri quando il loro fisico non è ancora pronto con il rischio di complicazione – anche gravi -sia per la loro salute sia per il nascituro e, ancora, possono essere allontanate dalla loro famiglia e dalla loro comunità, con pesanti contraccolpi di natura psichica.

A detenere uno dei maggiori tassi di matrimoni precoci si annoverano l’Africa subsahariana, dove la rapida crescita demografica fa suppore che la pratica aumenterà, l’America Latina e i Caraibi; nel Medio Oriente, Nord Africa, Europa Orientale e Asia, dopo un periodo di progressi costanti, si registra una stagnazione.

A guidare la riduzione della pratica a livello mondiale è, invece, l’Asia meridionale, pur continuando ad ospitare la metà delle spose bambine nel mondo, con l’India che costituisce un terzo del totale globale dei matrimoni prematuri forzati ma che – anche grazie  alla Prohibition of Child Marriage Act (PCMA), la legge che dal 1929 stabilisce il limite di età e la modifica del 2006 che ha stabilito il divieto per le ragazze più giovani dei 18 anni e 21 per i ragazzi (ma un disegno di legge del 2021  prevede l’aumento a 21 anche per le donne), abbia portato a significativi progressi.

Alla luce delle sue stime l’ Unicef ritiene improbabile che entro il 2030 si ponga fine ai matrimoni prematuri, come si prefigge il punto 5 dell’Agenda dello Sviluppo Sostenibile.

 

Immagine: Payal Prajapati, 17 anni, sposata all’età di 9 anni, sta studiando nel villaggio di Chachiawas, nel distretto di Ajmer nel Rajasthan, India. Come molte altre spose bambine del Rajasthan, ha potuto aspettare di trasferirsi a casa del marito fino ai 18 anni, l’età legale per il matrimonio in India (fotografie e didascalia tratta da Unicef)

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