2 novembre. Basta impunità per i crimini contro i giornalisti

Impunità per i crimini contro i giornalisti. In Italia sono più di 250 i giornalisti sotto vigilanza dei quali 22 sotto scorta, 28 gli atti intimidatori compiuti. Questi i dati riferenti al primo trimestre del 2023, forniti dall’Ordine dei Giornalisti.

In Lombardia è dove i giornalisti e giornaliste hanno la vita più difficile per intimidazioni e per le minacce – in aumento – da parte di gruppi neonazisti e neofascisti.

L’osservatorio Ossigeno per l’informazione riporta l’elenco – la Tabella dei Nomi – formato dai nomi dei giornalisti, blogger e operati dei media che hanno subito minacce dal 2006 al 30 settembre 2023: sono 6912 e non sono stati considerati i nomi dei cronisti “per i quali non è stato possibile accertare la violazione subita, le cosiddette “violazioni probabili”.  Accanto al nome viene riportata il luogo e la fonte della minaccia.

Querele e dossier

Riguardo all’anno in corso la Tabella dei Nomi riporta 87 nomi. Aggiornata mensilmente, il primo nome che vi apparare è quello del giornalista, da tempo sotto scorta, Sigfrido Ranucci conduttore della celebre programma d’informazione RAI, Report, con una minaccia di provenienza pubblicata, subita a Roma il 3 agosto 2023.

Ma non finisce qui. A fine ottobre 2023 Ranucci è stato convocato dalla Commissione di Vigilanza, ancora per le sue ultime trasmissione d’inchiesta, tra le quali quella sull’eredità del fondatore del partito politico Forza Italia e già presidente del Consiglio e fondatore del partito politico Forza Italia e quattro volte presidente del Consiglio.

Con Ranucci è stato convocato anche il giornalista Paolo Caorsini, direttore Approfondimento Rai.

“Oggi non sparano più ai giornalisti, ma scagliamo querele bavaglio e preparano dossier per metterli a tacere” ha detto Sigfrido Ranucci al Forum dell’Associazione Articolo 21, liberi di …, concetto ripreso e rafforzato nella intervista concessa al Fatto Quotidiano il 31 ottobre 2023.

Nuova proposta di legge bavaglio

La convocazione è stata approvata dal voto della Destra al governo, la quale non a caso, come scrive Giuseppe Giulietti su articolo21.info – al Sentato “ha già presentato un nuovo disegno di legge bavaglio, premessa della controriforma costituzionale. Più poteri al premier dopo aver colpito giustizia, informazione, contrattazione e Parlamento”.

Il prossimo 7 novembre, Articolo 21 sarà in Aula accanto a Ranucci, così come sosterrà Thomas Mackinson, il cronista de Il Fatto quotidiano aggredito, diffamato e insultato da Vittorio Sgarbi”.

L’impegno dell’Associazione, come scrive Giuseppe Giulietti oltre ad essere accanto ai giornalisti colpiti sarà in Aula “anche per difendere quello che resta dell’Articolo 21 della Costituzione, prima che sia troppo tardi”.

Dal 2013 il 2 novembre è la Giornata mondiale per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti, indetta dall’ONU nello stesso anno in memoria dell’omicidio di 2 giornalisti francesi uccisi nel Mali nello stesso anno.

 

 

Immagine: Roma 2020. Donazione de La panchina della memoria in nome della libertà  – da sinistra si riconoscono, l’allora sindaca Virginia Raggi, il compianto David Sassoli,  al tempo presidente del Palamento europeo, accanto l’attuale presidente della FNSI  Giuseppe Giulietti, entrambi aderenti all’Associazione Articolo 21 – Photo by abbanews.eu

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