L’educazione sessuale e affettiva nelle scuole
In Italia l’educazione sessuale e sentimentale non rientra nel curriculum scolastico nazionale, al contrario di quel che accade nei Paesi europei più evoluti e nonostante la cronaca ci fornisca quasi ogni giorno l’urgenza di tradurla in materia, dotando gli insegnati degli strumenti adeguati la formazione anche sentimentale dei loro allievi.
Secondo i dati del Ministero della Sanità l’89% dei ragazzi e l’84 delle ragazzi impara il sesso su Internet, attraverso la piattaforma pornografica You Porn.
Eppure l’educazione sessuale rimane un argomento spesso discusso ma affrontato in Parlamento in modo saltuario e, purtroppo, estremamente ideologico fino a contrappore deputati dello stesso schieramento governativo del centro – destra.
Lo dimostra il dibattito che si è svolto il 26 ottobre 2023, in merito all’emendamento, da inserire nella sull’educazione alla parità di genere nell’ambito della proposta di legge sulla violenza sessuale.
Rossano Sasso della lega ha definito l’emendamento “una nefandezza” che attraverso la parità di genere vuole introdurre l’educazione sessuale.
Il termine nefandezza ha sollevato la reazione immediata del centro-sinistra ma di Fratelli d’Italia, partito governativo alleato alleato alla Lega, Fratelli d’Italia.
“Definire un emendamento una nefandezza è inaccettabile. Non siamo a Kabul ma nella Repubblica italiana – ha dichiarato Angelo Bonelli di Europa Verde – Sasso non ci riporterà all’oscurantismo”. Mentre Ciro Maschio della compagine governativa Fratelli d’Italia, nella sua qualità di presidente della Commissione Giustizia e relatore del provvedimento si è dissociato “completamente dall’intervento del collega Sasso” che ha invitato “a non vanificare il lavoro fatto in accordo in commissione”.
Grave l’episodio avvenuto alla Camera che, inevitabilmente, ha provocato commenti anche fuori dall’Aula, e la preoccupazione di chi è particolarmente vulnerabile alla mancanza di una legge sulla parità di genere e, più in generale, alla salute dei giovanissimi, ai quali la mancanza di una adeguata educazione sessuale, ne atrofizza la sfera affettiva.
“Ha ragione chi ci paragona a Kabul. Onorevoli che definiscono ‘nefandezza’ l’educazione sessuale e parlano senza sapere nulla: Il dibattito alla Camera sull’educazione sessuale gronda di incompetenza e oscurantismo ed espone le giovani generazioni a gravi rischi per la salute fisica e mentale” ha dichiarato Rosario Coco presidente di Gaynet, in una nota dell’organizzazione – L’OMS ha emanato le linee guida sull’educazione sessuale da 0 a 18 anni ben 13 anni fa, non si capisce per quale motivo chi sta in Parlamento si ostini a scagliarsi contro la scienza alla stregua dei NoVax”.
Anche l’UNESCO ha emanato le proprie dettagliate linee guida: qui si tratta di mettere a rischio le giovani generazione senza fornirgli strumenti per affrontare i pericoli della rete, il cyberbullismo e le responsabilità che derivano da una società iperconnessa, ribadisce la nota.
Secondo Skuola.net i giovane su 2 si informa solo su internet circa la sessualità mentre più della metà non ne parla con i genitori. Meno della metà usa il preservativo e i rapporti sessuali cominciano a 13 anni.
La sensibilizzazione per l’inclusione delle persone LGBT+ nelle scuole, tra le più colpite dal bullismo, è solo un tassello di un puzzle più ampio.
“Pretendiamo un dibattito serio tra chi dovrebbe rappresentare il Paese e guardare in faccia la realtà. Un dibattito che potrebbe diventare molto più semplice di quanto si crede: basterebbe applicare finalmente le linee guida dell’OMS e dell’UNESCO” ha concluso il presidente Coco.