Maestre. Omaggio all’arte femminile
Maestre – o meglio Maestras – s’intitola la mostra spagnola composta da opere di sole artiste: complessivamente 101 fra dipinti (soprattutto) sculture, incisioni e tessuti o tele ricamate in seta e filo metallico.
Ad aprire l’esposizione Gli amori di Nettuno (c.1590), di una prestigiosa ricamatrice milanese, Caterina Cantoni, creatrice del punto raso a due dritti, in grado di dare vita a mirabili effetti pittorici che possono essere guardati da ambi i lati.
Chiari onori
Della nobildonna Caterina Cantoni (nata Lecchi. 1542 – 1601)), non si hanno molte notizie, sebbene fosse ricercatissima non solo dalle corti italiane, ma anche estere, come ad esempio quella spagnola di Filippo II, che dal 1540 fu anche duca di Milano e dal 1555 re di Sicilia, Sardegna e Napoli.
Al tempo, come ben sappiamo, nell’ambito professionale e/o lavorativo ci si riferiva alla manodopera maschile, mentre quella femminile quasi non veniva citata, senza eccezione per le ricamatrici di Milano la cui abilità era paragonata alla pittura.
Nel caso di Caterina Cantoni però ci fu un amico e collega, grande ammiratore della sua abilità, che le rese giustizia a futura memoria: il poeta, pittore e trattatista Giovan Paolo Lomazzo (1538 – 1592) che le dedicò il sonetto De la gran Cantona i chiari honori, nel cui incipit si legge “… nobile donna della città di Milano, ma più nobile per il suo rarissimo ingegno e per l’eccellenza dell’arte di ricamar sopra la tela…”.
Dai magazzini dei musei
Segue un’altra illustre artista italiana Artemisia Gentileschi (1593 – 1653) per poi viaggiare nell’arte femminile attraverso le varie epoche storiche fino ai primi decenni del Novecento con nomi di uguale prestigio come Angelica Kauffmann, Clara Peeters, Rosa Bonheur, Mary Cassatt, Berthe Morisot, Paula Modersohn-Becker, María Blanchard, Natalia Goncharova, Sonia Delaunay o Maruja Mallo.
Tutte maestre e famose ai loro tempi e come tali riconosciute nei nostri ultimi decenni, ma per secoli le loro opere sono rimaste nascoste nei magazzini dei musei, vittime dell’ostracismo della cultura patriarcale.
Femminista ma non settaria
L’ esposizione è ospitata in tre piani del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, per la curetala di Rocío de la Villa
Il direttore artistico del museo, Guillermo Solana, ha riferito all’agenzia Efe l’impegno dell’istituzione di “cambiare il canone” aggiungendovi i nomi di artiste dimenticate o scomparse, iniziato nel 2011 con la mostra Heroínas (Eroine).
L’attuale mostra, quindi, ha alle spalle “una trama assolutamente femminista, ma non è settaria – ha precisato Solana -. Tutti gli amanti dell’arte che verranno senza pregiudizi apprezzeranno la mostra, indipendentemente dalla loro ideologia”.
Rimane però la straordinarietà di questo progetto espositivo collettivo il quale, come ha osservato Rocío de la Villa, è molto più potente di una monografia su ciascuna delle artiste presenti.
Mostra: Maestras;
dove: Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid;
quando: 31 ottobre 2023 – 4 febbraio 2024.
Immagine: ‘Maternità’ dell’artista tedesca Paula Modersohn-Becker (1876 – 1907)