Il Gattopardo del sensazionale Giorgio Bassani

A sorpresa, tra le tracce della maturità 2025 nella tipologia analisi del testo, è apparso il romanzo Il Gattopardo, scritto negli anni Cinquanta del secolo scorso da Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

I gradi di separazione. L’inspiegabile silenzio

Disconosciamo i motivi che hanno indotto il Ministero dell’Istruzione a sceglierlo. A noi vengono in mente due gradi di separazione, il primo la trasposizione televisiva del romanzo storico mandato in streaming dalla piattaforma Netflix.

L’altro, che ci sta più a cuore, è la 25esima commemorazione della scomparsa dello scrittore al quale dobbiamo la pubblicazione de Il Gattopardo, inspiegabilmente passata sotto silenzio, che sembra condividere lo stesso destino di Tomasi.

La storia della pubblicazione del Gattopardo

Il 13 aprile 2000 moriva, infatti, Giorgio Bassani, l’autore de Il Giardino dei Finzi Contini, tanto per citare un titolo della sua produzione letteraria, che appena ebbe in mano la bozza del libro di Tomasi e ne lesse una pagina, lo considerò un capolavoro e convinse Giangiacomo Feltrinelli, del quale era consulente e direttore editoriale, a pubblicarlo.

Le case editrici Mondatori e Einaudi già lo avevano rifiutato, ritenendolo romanzo reazionario e antiquato: Giuseppe Tomasi era un principe siciliano e il suo romanzo si ispirava alla storia del bisnonno vissuto nel periodo Risorgimentale che, malinconicamente, viveva la sua vecchia e  assisteva al dissolversi del suo mondo.

Di contro il marxista Feltrinelli, sulla scia del successo ottenuto dalla pubblicazione nel 1957 de Il dottor Živago di Boris Pasternak – romanzo che sconfessava l’eroismo dell’Unione Sovietica (e dove sarà pubblicato nel 1988), e considerato per motivi ideologici ugualmente “di antico stampo” -, si lasciò convincere da Bassani;  la cui ostinazione fece la fortuna di tali protagonisti, della letteratura italiana e rese possibili le ultime volontà di Tomasi di Lampedusa.

L’autore siciliano, infatti, nel frattempo condannato da una grave malattia, pochi giorni prima di morire (23 luglio 1957), vergò una lettera dove scriveva riguardo al Gattopardo: “Desidero che si faccia il possibile affinché venga pubblicato, Beninteso ciò non significa che debba essere pubblicato a spese dei miei cari, considererei ciò una grande umiliazione”.

La moglie Alexandra, detta Licy, figura di riferimento della psicanalisi italiana, sia per fedeltà alla volontà del marito sia per convinzione sul valore del romanzo, lo mandò a Elena Croce, la quale, più volte sollecitata, lo inviò a sua volta a Marguerite Caetani affinché lo proponesse alla rivista Botteghe Oscure, nella cui redazione lavorava Giorgio Bassani, il quale, come detto, ne rimasto folgorato.

Condannato dalla sinistra italiana. Ma fu un fenomeno che produsse tante prime volte

Il Gattopardo, in libreria dal 1958, ebbe critiche negative da tutti gli intellettuali e dal Partito Comunista Italiano, tacciato come “antiprogressista”. Ma divenne un caso letterario e di costume e quando approdò alla cinquina del Premio Strega, nel 1959, indusse la Rai a trasmettere per la prima volta in diretta il Premio (diventerà una consuetudine), andato per la prima volta a un autore scomparso (Tomasi), e a far vincere per la prima volta l’editore Feltrinelli.

Il riscatto dall’estero, Unione Sovietica compresa

Le vendite del Gattopardo si moltiplicarono e la sinistra francese con l’illustre poeta e scrittore Louis Aragon, lo riscattò.  Quest’ultimo, rivolgendosi direttamente ai detrattori italiani, scrisse che oltre a essere “di più di un bellissimo libro (Il Gattopardo, ndr), è uno dei grandi romanzi di questo secolo, uno dei grandi romanzi di sempre”. Nel 1960 ancora Aragon smentiva la convinzione di Alberto Moravia che si trattasse di un libro di destra e che erano gli uomini di destra a decretarne il successo.

Alla voce autorevole di Aragon, rispettata in tutta Europa, si unì quella altrettanto illustre di György Lukács, il maggiore critico letterario vivente “colui che delimitava i confini e il metodo della letteratura marxista” (da La bella confusione di Francesco Piccolo – ed. Einaudi) che inserisce il Gattopardo nella versione aggiornata del suo Romanzo storico, come tra i più importanti “degli ultimi venti anni”.

Infine il Partito comunista dell’Unione Sovietica deciderà di pubblicarlo, facendo retrocedere e in fretta la condanna del comunismo italiano.

E Giorgio Bassani?

A questo punto si penserà a un Giorgio Bassani felice per la sua brillante intuizione. E invece no. Bersaglio del Gruppo 63 – movimento letterario di “neoavanguardia” fondato da un gruppo di intellettuali fra i quali Umberto Eco e Alberto Arbasino -, venne declassato con Carlo Cassola – e altri famosi scrittori – a Liale del 63., con riferimento a Liala autrice di romanzi rosa.

Il Gruppo condannava il “tradizionalismo” della letteratura. Si sarebbe potuto aprire un interessante e proficuo dibattito intellettuale se non ci fosse stata la definizione, forse più sprezzante che provocatoria, e  presa da Bassani come un’offesa.

Per di più entro in conflitto con Giangiacomo Feltrinelli che si rifiutò di rivedere Fratelli d’Italia di Alberto Arbasino. Lasciò la casa editrice. Era il 1964.

Il lavoro intellettuale e culturale di Bassani continuò in vari campi e comprese la fondazione nel 1965 e la presidenza, fino, al 1980 di Italia Nostra.

Mentre come scrittore mieteva successo all’estero: nel 1960 il suo Occhiali d’oro, viene pubblicato in Gran Bretagna, Stati uniti, Germania e Argentina; in Francia nel 1971 venne nominato cavaliere della Legion d’onore; nel 1962 Il Giardino dei Finzi Contini vince il Premio Viareggio e nel 65 ecco la prima edizione americana The Garden of the Finzi Contini – London – Faber & Faber. Il romanzo ha grande diffusione in Europa e in Sud America, Israele e Giappone.

Nel 2018 Rosy Cupo al successo editoriale di Bassani nel mondo ha dedicato il saggio di ricerca Un vero scrittore internazionale». La diffusione mondiale delle opere di Giorgio Bassani.

George Benjamin, uno dei maggiori compositori contemporanei, parlando recentemente con La lettura – Corriere, ha dichiarato che ricarica la sua creatività leggendo tantissimo compresa “la meravigliosa tradizione dei romanzi italiani del dopoguerra”: tra gli autori “il sensazionale Giorgio Bassani”.

 

 

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