Helene Schjerfbeck. L’artista ritrovata
Nel 2020 le è stato dedicato un film che porta il suo nome Helene che non ha avuto il tempo di uscire nelle sale cinematografiche, come tanti altri titoli, sacrificati, al momento, sull’altare della pandemia. La Helene è quell’Helene, la pittrice finlandese che per alcuni critici d’arte ha precorso il modernismo e che nel 2012, nel centocinquantesimo della sua nascita, la patria zecca ha coniato con la sua effigie una moneta commemorativa di 2 euro.
Nata ad Helsinki nel luglio del 1862, Helene Sofia Schjerfbeck all’età di 4 anni cade dalle scale e si frattura un’anca. I primi tempi non può muoversi (rimarrà zoppa per sempre), non può giocare né andare a scuola e il padre per intrattenerla le regala una matita e un foglio. Helene inizia a disegnare ed emerge il suo precoce talento al quale può dedicare a piacimento il tempo che desidera. Il suo talento, impreziosito dalla pratica, le permettono – già a 11 anni – di frequentare la scuola di disegno della Società d’Arte Finlandese. La sua abilità pittorica colpisce gli insegnanti di arte che si offrono di pagarle gli studi quando il padre viene a mancare, lasciando la famiglia in condizioni economiche più che modeste.
Al termine degli anni Settanta dell’Ottocento il suo nome acquista fama in patria e riceve 2 importanti riconoscimenti: il premio della Società d’Arte Finlandese che le consente una personale e la borsa di studio bandita dal Senato Imperiale Russo che la conduce a Parigi. Ed è proprio nella capitale francese, ça va sans dire, culla delle maggiori correnti artistiche del momento, che entra in contatto con gli artisti Paul Cézanne e Édouard Manet, il maggior esponente del pre-impressionismo.
A Parigi Helene espone le sue opere, lavora come illustratrice, continua a studiare e intraprende il “Grand Tour” nelle città europee di maggior rilevanza artistica, tra le quali Firenze. Ma nel Novanta le sue condizioni di salute, già precarie, peggiorano e questo la spinge a tornare in Finlandia dove inizia a lavorare come docente di Disegno presso la Società d’Arte. Nel 1892 un successivo aggravamento le impedisce anche l’insegnamento e si trasferisce a Hyvinkää insieme alla madre.
Lì, Helene vive isolata (e dimenticata) – nonostante la medaglia di bronzo assegnata al suo dipinto Convalescente dall’Expo di Parigi nel 1900. Segue le evoluzioni artistiche attraverso i libri e le riviste che gli inviano i suoi amici; continua a dipingere e a sperimentare, individuando la sua autentica personalità artistica.
Il film Helene (del regista e produttore Antti J. Jokinen), racconta esattamente l’artista (interpretata da Laura Birn) di questi anni, tralasciando il periodo giovanile e quello vissuto all’estero e prima della conoscenza con il mecenate Gösta Stenman che la riscoprirà (e la farà ri-scoprire al pubblico) cambiandole la vita. Una mostra in Svezia nel 1917 e le altre a seguire, le faranno raggiungere la stabilità artistica ed economica.
E in Svezia è dove l’artista si spegnerà nel 1946. Vi si era trasferita 2 anni prima, all’età di 80 anni.
Helene Schjerfbeck è famosa soprattutto per i suoi autoritratti che eseguiva perché – spiegò in una lettera a un amico – essendo spesso malata, dipingere se stessa “rendeva la modella disponibile” al momento propizio. Il parallelismo con la grande messicana Frida Khalo che asseriva “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio” è automatico.
Stesse severe condizione di salute e di solitudine, stessa passione artistica, ma in contesti socio-politici e artistici diversi, dovuto al luogo di nascita e allo scarto generazionale e le similitudini tra le 2 artiste terminano qui, ma ci sentiamo di scommettere in un prossimo comune denominatore: il raggiungimento della fama internazionale per Helene Schjerfbeck, così come l’ha raggiunta da tempo Frida Khalo.
Immagini. Dipinti dell’artista finlandese Helene Schjerfbeck (1862-1946): 1-3) autoritratti eseguiti rispettivamente nel 1895 e nel 1915, mostrano le diverse sequenze stilistiche della pittrice 2) quadro intitolato ‘Convalescente’, medaglia di bronzo all’Expo di Parigi nel 1900, dipinto nel 1888, durante il suo breve soggiorno a St Ives in Cornovaglia