Sentenza apripista per gli educatori. Il Tar del Lazio indica la via
Diritto alla formazione e all’insegnamento attraverso la giurisprudenza. Con sentenza n. 9474/2019 il T.A.R. del Lazio ha accolto il ricorso dello studio legale Bonetti Delia finalizzato alla partecipazione al Concorso straordinario previsto dall’art. 4, co. 1-quater del DL 87/2018, consentendo per la prima volta ai ricorrenti, quali educatori abilitati tramite il concorso del 2000, l’ammissione alla procedura selettiva di carattere straordinario.
Il giudice amministrativo, ha ribadito ancora una volta l’equivalenza dell’abilitazione del personale educativo a quella del personale docente della scuola primaria.
Una diatriba solo legale o un contenzioso anche professionale? Una sentenza che apre una nuova via per il riconoscimento ad esercitare la professione. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Michele Bonetti.
Avvocato Bonetti che cosa pensano i colleghi laureati in Scienze della formazione primaria e diplomati magistrale sull’ammissione del personale educativo al concorso straordinario a seguito della Vostra sentenza vittoriosa?
Gli educatori di cui trattasi sono tutti precari della scuola, che hanno partecipato ad un concorso pubblico indetto dal M.I.U.R. e ormai abilitati da quasi venti anni. Nonostante ciò non sono ancora riusciti a stabilizzare la propria posizione professionale pur lavorando da anni a servizio dello stesso Ministero dell’Istruzione.
Accanto all’abilitazione conseguita tramite il superamento del suddetto concorso, dunque, hanno svolto almeno due anni di servizio nella scuola pubblica, richiesto come requisito per la partecipazione al concorso straordinario.
Quello del TAR Lazio sul personale educativo, è il primo provvedimento che consente la partecipazione al concorso riservato a soggetti diversi rispetto a quelli definiti con provvedimento legale; trattasi dunque di una pronuncia importantissima che, a nostro avviso, può essere apripista per gli altri soggetti ingiustamente esclusi come, a fine meramente esemplificativo e non esaustivo, coloro che sono in possesso del diploma di maturità magistrale e che hanno svolto servizio nella scuola paritaria e comunale.
Chiaramente i diplomati magistrale ammessi al concorso riservato e i laureati in Scienze della Formazione Primaria non stanno prendendo bene la notizia dell’apertura del concorso riservato ad altri soggetti, considerando l’insufficienza di questa misura per risolvere il precariato in generale e, soprattutto, la questione legata agli insegnanti in possesso di diploma di maturità magistrale a seguito dei provvedimenti dell’Adunanza Plenaria e, da ultimo, della Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite.
Tuttavia, come spesso capita nel mondo della scuola, bisognerebbe meglio riflettere e canalizzare le proprie energie per risolvere il problema a livello radicale, sanando tout court la posizione dei ricorrenti DM o aprendo le Gae (graduatorie ad esaurimento).
È bene prestare attenzione alla circostanza che la partecipazione alla procedura in parola non è limitata ai meri possessori del titolo di “personale educativo” ma vi deve essere il co-requisito previsto dall’art. 4 del c.d. Decreto Dignità, ovvero i due anni di servizio prestato nella scuola statale.
È più che paradossale che soggetti che hanno insegnato nella scuola pubblica per anni e anni e che hanno partecipato ad un concorso pubblico, siano ancora precari e si vedano preclusa l’opportunità di cercare di stabilizzare la propria posizione tramite una misura straordinaria pensata proprio per risolvere (o cercare di risolvere) proprio il problema del precariato.
Chi sono esattamente gli educatori abilitati che patrocinate insieme al Collega Santi Delia nel concorso del 2000, tutti coloro che hanno il diploma magistrale e che hanno sostenuto il concorso del 2000?
Gli educatori sono insegnanti che, quando nel 2000 è stato bandito il concorso abilitante per titoli ed esami volto al reclutamento di “personale educativo”, erano in possesso di diploma di istruzione secondaria di II grado, dunque non necessariamente il diploma di maturità magistrale.
La figura professionale del personale educativo dipende dal Ministero dell’Istruzione e la sua funzione è quella di educare, consigliare, guidare ed assistere gli alunni degli istituti scolastici che vengono ospitati nei convitti.
Come i comuni insegnanti, anche il personale educativo viene inserito in una graduatoria e può svolgere periodi di supplenze, ricoprire incarichi annuali e incarichi di ruolo.
Nonostante il compito e la funzione sociale svolta da tale figura professionale siano di estrema importanza, è stata, con il tempo, lasciata in disparte dal Ministero dell’Istruzione. Difatti, se è vero che il mondo della scuola negli ultimi anni è stato oggetto di numerose riforme, volte più al risparmio che alla razionalizzazione ed al rispetto delle risorse, è anche vero che tra tutto il personale della scuola quella del personale educativo è la figura meno valorizzata.
Eppure, è lo stesso ordinamento a conferire particolare risalto al ruolo svolto dagli educatori. Come precisato all’art. 127 del Contratto collettivo nazionale del comparto scuola, “il profilo professionale del personale educativo è costituito da competenze di tipo psicopedagogico, metodologico ed organizzativo-relazionale, tra loro correlate ed integrate, che si sviluppano attraverso la maturazione dell’esperienza educativa e l’attività di studio e di ricerca”.
Trattasi, dunque, di veri e propri insegnanti la cui funzione “comprende tutte le attività, anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, documentazione, ivi compresa la produzione di materiali didattici utili alla formazione degli allievi, l’elaborazione di relazioni sui risultati educativi conseguiti e su altri argomenti da discutere collegialmente, la partecipazione alle riunioni collegiali” (art. 129 CCNL comparto scuola).
Considerate le suddette peculiarità già dal 2016 ci siamo fatti carico delle vicende legate al personale educativo per le vicende legate alla mobilità, alla partecipazione ai concorsi ecc. raggiungendo importanti risultati che hanno sancito il riconoscimento del valore abilitante del loro titolo.
Quale era il concorso del 2000? Quello per l’assunzione degli insegnanti di ogni ordine e grado?
Gli educatori di cui trattasi si sono cimentati con il “Concorso, per esami e titoli, a posti di personale educativo nelle istituzioni educative” indetto con bando pubblicato in G.U. n. 69/2000.
Il suddetto concorso sostenuto dal personale educativo nell’anno 2000-2001 è risultato lo stesso (stessa modalità ed argomenti oggetto della selezione) di quello svolto contemporaneamente ma “abilitante all’insegnamento nella primaria”. Stante l’affinità strutturale e concettuale dei due concorsi il TAR del Lazio ed il Consiglio di Stato concordano nel dichiarare la conformità delle abilitazioni in questione.
Ci sono state altre sentenze nel corso degli anni a livello regionale simili a questa?
Stante la suddetta affinità tra le due procedure concorsuali nel tempo si sono susseguiti numerosi provvedimenti che hanno equiparato la valenza abilitante per la scuola primaria dei due concorsi.
A mero fine esemplificativo e non esaustivo, si riporta che il M.I.U.R., già nel 2016 aveva escluso il personale educativo in possesso di detta abilitazione dal novero degli insegnanti ammessi a partecipare al concorso docenti per la scuola primaria, e il G.A. aveva accolto le doglianze dei ricorrenti ammettendoli alle prove. Il TAR con l’ordinanza n. 3212/2016, difatti, aveva confermato che “l’abilitazione posseduta dal personale educativo debba considerarsi equipollente all’abilitazione all’insegnamento per la scuola primaria” disponendo “l’ammissione con riserva dei ricorrenti alle prove di esame del concorso di cui in causa”.
Sul punto si segnalano, tra le altre, le pronunce del Consiglio di Stato, sez. VI, ordinanza n.1084/2014 e n. 5562/2017, e del TAR del Lazio, sez. III bis, sentenza n. 7721/2014, 5007/2019.
Quanti sono gli educatori che si ritrovano nella situazione suddetta?
Gli educatori tramite il concorso in questione sono poche centinaia in tutta Italia, molti ormai stabilizzati e di ruolo.Coloro che, invece, aspirano a partecipare al concorso straordinario indetto con D.D.G. sono poche decine, ma il provvedimento è il primo e che a nostro avviso potrà consentire l’accesso di tanti esclusi da questa procedura riservata.
Fotografie: nella pagina, Michele Bonetti, avvocato dello Studio legale Bonetti – Delia. Copertina, immagine: Todd Berman: