Ddl sul cyberbullismo: i firmatari contro le modifiche
Il disegno di legge “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyber bullismo, è stata approvato alla Camera e torna al Senato in seconda lettura.
Che cosa cambia
Rispetto al testo trasmesso dal Senato il 21 maggio 2015, il ddl 1261 (- Atto della Camera C3139), nel corso dell’esame in Commissione, si sono riportate modifiche sostanziali che riportiamo di seguito:
– estensione del diritto anche agli adulti
– viene imposto al gestore di un sito web, di un giornale o di un blog la rimozione di contenuti, considerati generatori di ansia o interpretati come, “offesa all’onore e al decoro” indicati da chiunque sia esso minore o adulto. Si prevede una sanzione pecuniaria di 180mila euro per i gestori del web, non per gli autori dei contenuti, se non eseguono la rimozione nel tempo previsto.
Si rileva che nel testo non vengono definiti i parametri entro i quali viene definito, nel contesto dell’azione incriminata, il senso di offesa, onore e decoro. Non viene richiesto un criterio oggettivo della procedura, lo specifico reato di opinione. Inoltre nel testo si specifica che la rimozione deve avvenire entro le 24 ore dalla segnalazione. In tale limite temporale non c’è lo spazio per un giudice di esaminare la legittimità o meno della richiesta.
– viene introdotto il reato di stalking per via informatica o telematica punibile con la detenzione da 1 a 6 anni. Per stalking informatico o telematico s’intende la divulgazione di testi, d’immagini o informazioni private carpite con l’inganno o sotto minacce;
– ogni istituto scolastico dovrà eleggere un referente tra il suo corpo insegnante che si occuperà delle iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo. Mentre al dirigente scolastico spetterà il compito di informare immediatamente le famiglie dei minori vittime di bullismo, convocare gli interessati per l’adozione di misure di assistenza per la vittima e la definizione di sanzioni e percorsi rieducativi per chi compie atti di bullismo o cyber bullismo.
Criticità per i firmatari del ddl: limitazioni al contrasto del fenomeno, censura on line e incostituzionalità
L’estensione del fenomeno anche agli adulti, molto criticato, al contrario di quanto affermato da alcuni, non è stato inserito da un emendamento nato sulla scia della tragedia di Tiziana Cantone, ma è frutto delle modifiche avvenute il 27 luglio 2016 dalle Commissioni riunite di Giustizia e Affari Sociali.
La senatrice Elena Ferrara insieme ai rappresentanti dell’Unione Italiana Pedagogisti (UNIPED) firmatari del disegno di legge, hanno richiesto la revisione di tali modifiche, evidenziando che per la letteratura scientifica il “bullismo e il cyberbullismo “sono fenomeni peculiari dell’età evolutiva”.
I comportamenti del bullismo vengono definiti come disturbi “funzionali della sfera comportamentale” e utilizzando mezzi e modalità diverse, “anche in modo inconsapevole”, hanno gli stessi fini: “il controllo, dominio e umiliazione (anche fisica) e la demonizzazione della vittima o vittime, al fine di isolarla/e dal gruppo dei pari e sociale, sia in ambito scolastico, in gruppi autonomi e o “virtuali”.
Quindi, abbinare gli adulti con gli adolescenti contravviene alle ricerche internazionali e “altera completamente le acquisizioni scientifiche di questi ultimi anni”.
Nello stesso documento la senatrice Ferrara lancia l’allarme della censura on line se le modifiche insistono nel considerare “qualsiasi singolo comportamento, semplicemente lesivo o reato, come atto di bullismo e cyber bullismo”. Sono, scrive “potenziali rischi alla libertà di parola e all’uso d’internet sancito dalla nostra Costituzione”.
Argomento ripreso e sottolineato dall’UNIPED, la quale rileva che oltre ad essere contraria “all’introduzione di ulteriori reati e misure penali” essendo questi “di difficile tipizzazione – sotto il profilo dei principi di legalità, tassatività e determinatezza previsti dall’art. 25 della Costituzione – ” c’è l’aggravante che “le modifiche conferiscano al testo di legge un carattere penale- repressivo, limitativo per combattere il fenomeno del bullismo e cyber bullismo” che richiede invece e, soprattutto, “programmi di prevenzione, sviluppo di strategie, coordinamento di azioni tra tutte le istituzioni coinvolte, con un approccio sistematico di carattere pedagogico, educativo e formativo”.
A supporto della possibilità che le attuali modifiche alterino la legge, mettendo a rischio gli effetti benefici della stessa, provengono da chi è stato colpito in prima persona come nella lettera aperta di Paolo Picchio, padre di una ragazza suicida a 14 anni per cyberbullismo, tra i collaboratori della stesura del ddl, che a pochi giorni dalla sua approvazione alla Camera ha scritto:
“ Il nostro disegno di legge riguarda soltanto i minori e abbiamo avuto la disponibilità di Twitter, Facebook, Google, dei garanti e di tanti altri per agevolare la rimozione dei contenuti che danneggiano, appunto, i minorenni. Ma qualcuno vuole modificare il nostro testo originario ed estendere la legge ai maggiorenni, e temo che la disponibilità dei social e degli altri in questo caso andrà a ramengo.”
Dunque il contrasto alle modifiche possono riassumersi nei seguenti punti: elementi di incostituzionalità, pericolo di censura per tutti, inadeguatezza nei confronti del bullismo e cyberbullismo.
I firmatari della legge auspicano che il ritorno del testo al Senato, possa riportare il testo alla sua natura originaria: la tutela dei minori.
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