Italia, i Caschi blu della cultura diventano realtà
Accordo tra Unesco e Italia per la costituzione dei ‘caschi blu della cultura’, una task force operativa d’urgenza per la tutela del patrimonio artistico mondiale.
In pratica, il nostro Paese si è reso capofila di un progetto per la salvaguardia dei beni culturali, architettonici e artistici mondiali, fornendo il proprio know how a chiunque ne abbia bisogno.
L’accordo prevede che l’Unesco possa chiedere al governo italiano di far intervenire gli esperti della task force, composta da studiosi e da membri dell’Arma dei Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico, per intervenire su beni culturali in aree in stato di crisi.
Tutto è cominciato a ottobre dell’anno scorso quando l’Italia, attraverso il ministro Franceschini, propose al Consiglio esecutivo dell’UNESCO di istituire dei meccanismi quasi automatici di utilizzo di forze speciali, veri e propri “caschi blu della cultura” operativi in sede ONU per includere la componente culturale nelle missioni di pace, così come chiese Renzi nel suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
“Un successo internazionale del nostro paese”, commentò il ministro Franceschini. “Bisogna adesso definire subito gli aspetti operativi di questa task force internazionale”. Come conseguenza, il 18 novembre 2015 la 38esima conferenza generale dell’Unesco recepì la proposta italiana all’unanimità, dando mandato ai singoli Paesi di istituire le proprie centrali operative.
Ecco, adesso ci siamo: si è costituita infatti a febbraio ufficialmente una task force di esperti, tutti italiani, con sede a Roma, pronti ad intervenire: “Siamo il primo Paese che mette in pratica la risoluzione approvata dall’Unesco su iniziativa italiana che prevede la creazione di una task force nazionale per la tutela del patrimonio”, ha detto il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, alla cerimonia della firma dell’accordo con il direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova.
La task force, ha spiegato Franceschini, “sarà a disposizione della comunità internazionale e non si muoverà su iniziativa di un singolo Stato ma su richiesta dell’Unesco per situazioni in cui è richiesto l’intervento”.