Il primo Grind del 2022. Niente ferma la tradizione vichinga

Sessantasette sono stati i delfini uccisi il 7 maggio 2022 sulla spiaggia di Torshavn, sostiene l’Ong  Sea Shepherd, durante la prima edizione della secolare caccia che si consuma nelle Isole Faroe (territorio autonomo della Danimarca), rispettando un’antica tradizione vichinga.

Anche l’avanzato Nord Europa, tanto attento alle assai critiche condizioni ambientali e climatiche, sembra non saper resistere ai propri usi secolari e non mette fine al ripetersi periodico del Grind o  Grindadrap, ossia la caccia di mammiferi marini,  oltre per procurarsi cibo, celebrata  come il rito di passaggio dalla pubertà all’età adulta.

La procedura avviene nel modo seguente: i cacciatori con le barche, individuato un branco di cetacei, fanno in modo di portarlo in una baia dove l’acqua è bassa, a quel punto i pescatori entrano nel mare armati di specifiche lance e uccidono gli animali, mentre le acque si colorano di rosso.

Uno spettacolo amato dai nativi delle isole, legale ma comprensibilmente osteggiato dagli attivisti dei diritti degli animali.

L’Ong Sea Shepherd nel 2014 era riuscita a fermare la caccia. Poi ripresa nelle stagioni successive fino a raggiungere il triste record della morte di 1400 mammiferi il 12 settembre del 2021.

Mai così tanti, fu allora il commento del  biologo marino Bjarni Mikkelsen ripreso da   giornaledellambiente.it che ricordava le mattanze storiche avvenute:  nel 1940 con la morte di 1200 animali, nel 1879, 900; 1973, 856 e nel 1938, 845. Mentre in un’intervista rilascia alla britannica BBC, Olavur Sjurdarberg,   presidente  dell’Associazione balenieri delle isole (Faroese Whalers Association), raccontava che effettivamente si era trattato di “un grande errore”.

“Quando è stato trovato il branco, i cacciatori hanno stimato che ci fossero solo 200 delfini – ha spiegato il presidente –  Solo quando è iniziato il processo di uccisione hanno scoperto la vera dimensione del gruppo”. Certo non è facile immaginare come sia possibile confondere 200 animali con 1400 un numero che fece storcere il naso anche alla stampa legale solitamente restia a pubblicare notizie contro il Grind. Come gli abitanti tradizionalisti assecondati dal governo delle isole che ribadiscono come ogni anno vengono catturati in media circa 600 globicefali (detto anche delfino pilota o balena pilota) e il rito della caccia oltre ad essere parte della loro identità culturale e un modo sostenibile per raccogliere cibo dalla natura.

Il Grind ma non ha scopi commerciali e viene organizzato spesso spontaneamente dalla comunità, quando viene identificato un branco di delfini; ma possono partecipare soltanto i cacciatori con un certificato di formazione ufficiale che li abilita all’uccisione degli animali con l’apposita lancia apposita che taglia il midollo spinale e l’animale  muore all’istante  “Molto meglio che tenere in prigione mucche e maiali” commentava nel 2021 il danese ma deputato del governo delle isole, Sjurdur Skaale, alludendo ai grandi allevamenti di bestiami. Ma sembra che per il branco preso sott’occhio  non sia  un così bel destino. Perché  sostiene l’Ong Sea Shepherd, la morte non avviene così velocemente e le caccie Grind   “possono trasformarsi in massacri prolungati e spesso disorganizzati”, come appare dalle stesse fotografie.

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