UNESCO. Un contributo unico per la conservazione della biodiversità

La biodiversità è il tessuto vivente del nostro pianeta: gli ecosistemi, le specie e la diversità genetica di tutti gli organismi viventi da cui dipende la vita sulla Terra (dallo studio “World Heritage a unique contribution to biodiversity)

I luoghi dichiarati patrimonio naturale mondiale dell’umanità, nonostante rappresentino solo l’1% della superficie del pianeta, ospitano un quinto della diversità di fauna e flora mappata nel mondo e costituiscono l'”ultimo baluardo” per circa 20.000 specie minacciate, dalle vaquita agli orsi panda.

Questo, è quanto emerso dal recente studio UNESCO,  focalizzato sulla fauna e la flora dei 1.157 siti naturali e culturali del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

La ricerca World Heritage a unique contribution to biodiversity evidenzia questi preziosi bacini di biodiversità, che vanno protetti e salvaguardati,  tra cui il Delta dell’Okavango (Botswana), il Parco Nazionale di Doñana (Spagna),  la Riserva della Biosfera delle farfalle monarca (Messico), la Grande Barriera Corallina australiana, le cascate dell’Iguazú, in Argentina, e le Isole Galapagos (Ecuador), di darwiniana memoria.

Questi siti fungono da formidabili osservatori naturali per il progresso delle conoscenze scientifiche grazie alla concentrazione di oltre la metà di tutte le specie di mammiferi, uccelli e coralli duri del mondo. Sono anche una fonte inesauribile di ispirazione per nuove iniziative di tutela ambientale.

Per quanto riguarda il Parco Nazionale di Doñana, situato nel sud della Spagna – tra le province di Huelva e Siviglia- la cui evoluzione preoccupa l’UNESCO a causa della siccità derivante dallo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere, argomento di cui si parlerà nel prossimo incontro del Comitato del Patrimonio Mondiale che si terrà dal 10 al 25 settembre a Riad. Si trata di un mosaico di ecosistemi che ospita una biodiversità unica in Europa.

 

Spiccano soprattutto le paludi, di straordinaria importanza come luogo di passaggio, di riproduzione e di svernamento per migliaia di uccelli europei e africani. Nel Parco vivono specie uniche e in grave pericolo di estinzione, come l’aquila imperiale iberica e la lince iberica.

Doñana rappresenta la confluenza di un insieme di ecosistemi (spiaggia, dune, riserve, paludi…); La flora del Parco è molto diversificata, anche per i diversi ecosistemi presenti, sia acquatici che terrestri. I cataloghi più recenti comprendono più di 1.300 specie di piante vascolari – si tratta di piante che hanno tessuti conduttori, radici e fusti rigidi, e felci della Regione di Doñana.

La Convenzione del Patrimonio Mondiale conferisce il massimo livello di protezione internazionale ad alcuni dei siti più significativi per la conservazione della biodiversità nel mondo. Si stima che questi siti proteggano oltre 20.000 specie minacciate, tra cui fino a un terzo di tutti gli elefanti, tigri e panda e almeno un decimo delle grandi scimmie, leoni e rinoceronti.

Per alcune specie sull’orlo dell’estinzione, i siti Patrimonio dell’Umanità sono diventati l’ultima linea di difesa. Ospitano tutti i rimanenti rinoceronti di Giava, Vaquita (il cetaceo più piccolo del mondo) e iguane rosa, oltre a più della metà di tutti i rinoceronti di Sumatra, gli oranghi di Sumatra e i gorilla di montagna.

Nello specifico, i 3,5 milioni di chilometri quadrati considerati Patrimonio Naturale dell’Umanità – un’area un po’ più grande dell’India – ospitano, ad esempio, un terzo degli ultimi elefanti, tigri e panda rimasti, e almeno una su dieci grandi scimmie, giraffe, leoni e rinoceronti.

Esistono più di 75.000 specie di piante e più di 30.000 specie di animali. Qui si trovano più della metà delle specie di uccelli, mammiferi e coralli duri del pianeta. “Si tratta di siti prioritari se vogliamo davvero fermare il degrado della biodiversità”, sottolinea Guy Debonnet, capo dell’unità per il patrimonio naturale presso il Centro del patrimonio mondiale dell’UNESCO.

“Possiamo considerare che i siti del patrimonio mondiale siano l’ultimo baluardo contro l’estinzione”, ha affermato Lazare Eloundou-Assomo, direttore del patrimonio mondiale dell’UNESCO, presentando alla stampa a Parigi questo studio, realizzato in collaborazione con l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).

Firmato a fine 2022 al termine della COP15 sulla biodiversità, l’accordo Kunming-Montreal impegna gli Stati a rispettare obiettivi ambiziosi entro il 2030 per fermare l’erosione della biodiversità.

Nonostante l’alto livello di protezione che la dichiarazione come patrimonio mondiale comporta, e che accompagna l’impegno politico dei paesi coinvolti a preservarli per il bene dell’umanità, un terzo dei siti naturali della lista si trova in una situazione “critica”.

Tra le minacce alla biodiversità, oltre a fattori come le specie invasore o la pressione dello sviluppo (costruzione di infrastrutture, deforestazione, agricoltura intensiva), si aggiunge la crisi climatica, in quanto ogni grado che sale può raddoppiare il numero delle specie minacciate, così  come i conflitti bellici o la caccia e la pesca illegali.

La biodiversità alimenta i sistemi di conoscenza, ispira la creatività umana e influenza la diversità linguistica, nonché il patrimonio culturale e le sue pratiche. La natura è centrale per molte religioni nel mondo, e più di 230 specie animali
figurano come simboli nazionali di oltre 140 paesi.

Come sostiene David Suzuki, biologo e scrittore canadese “… trascurare la Natura e i servizi che ci fornisce è un atteggiamento fondamentalmente suicida, ma è esattamente ciò che l’economia convenzionale sta facendo. La tragedia, ma anche l’opportunità, è che, se ciò è fatto in modo appropriato, molte risorse rinnovabili possono essere sfruttate a oltranza“.

Per maggiori informazioni: Dossier

 

Foto di copertina: immagine di Doñana dal sito Junta de Andalucía

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