Il restauro del Tempio di Venere. L’alba di Roma

Fendi non si lascia intimorire dalle disavventure degradanti che vive Roma in questi anni per lei buoi. Fendi non trasferisce la sua sede, come altre aziende hanno fatto a causa delle condizioni in cui versa, ma riafferma il suo amore per la città che ha visto nascere il suo celebre marchio di moda nel 1925.

E, quindi, dopo aver riportato nel 2015 la Fontana di Trevi alla sua originaria bellezza, ecco il marchio romano pronto a finanziare con 2,5 milioni il restauro del Tempio di Venere, sul Colle Palatino, dove, narra la leggenda, Roma è stata fondata.

La notizia è stata diffusa in occasione dell’omaggio che Fendi ha reso al suo direttore creativo Karl Lagerfeld – venuto a mancare nel febbraio 2019 – con una sfilata di 54 capi, come 54 sono stati gli anni di collaborazione tra il rimpianto stilista tedesco e Fendi.  I capi – 21 nuovi e gli altri pezzi d’archivio rielaborati – hanno sfilato esattamente lì, fra i resti magici di quel tempio voluto da Adriano nel 121 d. C. per ospitare la statua di Venere, dea della città.

“Il maggior tempio conosciuto dell’archeologia romana, dedicato a Roma Eterna e a Venus Felix” ci ricorda Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo.

Il più grande, dunque, che si estende nella parte orientale del Foro romano, tra la basilica di Massenzio e il Colosseo e dove le modelle, con abiti realizzati in tessuti con stampe  che riprendono i disegni dei mosaici che pavimentano la Domus Tiberiana e le navi di Nemi di Caligola, hanno camminato in questo defilè in memoria di Karl Lagerfeld, intitolato  L’alba di Roma.  Un riferimento al sito e alla sua storia e che noi interpretiamo come l’alba di un nuovo giorno, quello che, ci auguriamo, Roma possa rivivere al più presto.

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