Museo del Saxofono. Un altro mondo

Chi si ferma è perduto, era ciò che i nostri vecchi dicevano a noi ragazzi quando venivamo presi dalla paura di fare, di rischiare o di iniziare qualche cosa. Ed oggi che il muoversi è diventato quasi impossibile e l’avere nuove iniziative vuol dire fare i conti con regole, ci sembra di essere sull’orlo di un precipizio.

C’è però chi non riesce a stare fermo e pur tra i mille ostacoli che ci ha portato il Covid qualcuno cerca di proporre un progetto che merita una segnalazione sia per la sua originalità che come aggiunta a quello che la cultura continua, e non si ferma mai, a farci conoscere.

Chi avrebbe mai pensato che il saxofono fosse nato in Belgio e non negli Stati Uniti? Tutti o per lo meno i meno esperti hanno sempre legato questo strumento al jazz e a quelle band che suonavano quella musica e che in breve tempo ha fatto il giro del mondo.

Così in questo periodo di pandemia è più che mai vivo  un museo quanto mai singolare, nato a Maccarese (Fiumicino – Roma: il museo del Saxofono; un museo con visite virtuali, con sezioni fotografiche accompagnate da video, per vedere da vicino, conoscere ed approfondire le storie, i contesti, le tipologie e l’uso dello strumento musicale inventato da Adolphe Sax nel 1846.

Questo giovane belga, nato a Dinant nel 1814, figlio d’arte, il genitore aveva già inventato una serie di strumenti musicali molto originali per quegli anni, per primo creò e brevettò il clarinetto basso, poi si impegnò a creare il timbro di un suono determinato sostituendo il bocchino a tazza con quello ad ancia e grazie ad una sottile lamella di legno fece sì che non erano le librazioni delle labbra ma le proporzioni della colonna d’aria e non il materiare del corpo che la contiene, a far nascere il suono, e così nacque il saxofono.

Inventò altri strumenti quali il saxtromba e la saxatuba, e nel 1857 aprì la prima cattedra di sax al Conservatorio di Parigi. Tante benemerite invenzioni non gli diedero ricchezza a morì povero anche se ebbe il privilegio di essere sepolto a Montmartre.

Quindi per gli amanti di questo strumento resta la storia che ci narra come Rudy Wledoeft, nel 1925, acquistò da Henry Schmer questo strumento e cominciò a girare il mondo facendo così conoscere come il suono del Sax sappia far piangere, parlare e gridare perché altro non è che una voce che penetra e ti resta dentro.

Il Museo del Sax di Maccarese, dunque, contiene una collezione di 600 strumenti che vanno nell’arco di quasi un secolo fino al 1977, e non può mancare quello di Benny Goodman e quello di Adolphe Sax.

Una finestra che ci fa conoscere le caratteristiche di quei meravigliosi strumenti a fiato che ci hanno fatto incontrare il jazz ma che anche la musica classica se ne è appropriata. Un tour aperto agli amanti e non solo, di questo strumento che ci propone di conoscere la storia ed il suo percorso attraverso un viaggio musicale dei più affascinanti.

Sembra che il filosofo rumeno Emil Cioran abbia detto:”Perché frequentare Platone, quando un sassofono può farci intravedere altrettanto bene un altro mondo?”.

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