Da Gerusalemme a Loto. Storia della Madonna della cintura

Addio al mare, al sole, ai monti, alle colline, ai luoghi dove abbiamo trascorso il nostro riposo e le nostre vacanze. Tutto ciò è oramai lontano ma ci restano i ricordi, gli incontri con gli amici, i giorni trascorsi in loro compagnia e qualche piccolo diversivo che ha riempito la nostra solitudine. Abbiamo avuto più tempo da dedicare alla lettura e scoprire anche di non conoscere abbastanza dove siamo cresciuti e di quanto quei luoghi siano ancora fonti inesauribili che possono prenderti per mano e farti capire come la vita di ogni cristiano sia ancora capace di stupirti e raccontarti cose a noi sconosciute.

Così ci è capitata tra le mani una rivista culturale che parla di “dialetto e tradizioni liguri” la Veja Gianca giornale di bordo. Vi ci siamo tuffati dentro come fosse il mare e, pagina dopo pagina, abbiamo viaggiato a ritroso negli anni.

Ricordi bellissimi, con personaggi scomparsi che hanno fatto un salto fuori da quelle righe, ma quel che ci ha colpito è stata la descrizione di un quadro esistente nella chiesa di San Giacomo, a Loto, piccolissima frazione di Sestri Levante. Quell’icona raffigura la Madonna con Gesù e due santi che porge a Santa Monica la sua cintura.

Non avevamo mai sentito parlare di quest’immagine, così la curiosità è entrata in noi con una certa prepotenza perché metteva in evidenza la nostra ignoranza.

Per raggiungere la chiesetta occorre una certa abilità nella guida, stradine strette con curve a gomito, ci conducono alla meta.

 Il sempre caparbio San Tommaso ci conduce alle origini della tradizione

L’incontro con il quadro ci lascia invasi da una mistica luce e così andiamo alla ricerca di quanto la storia ci dice su questa immagine. Viene raccontato che l’apostolo Tommaso dopo aver dubitato della morte di Gesù ebbe difficoltà a credere nella morte di Maria ed al rientro a Gerusalemme chiese di vedere il sepolcro, al che la Madonna gli lanciò sul viso la sua cintura.

Monica è la protagonista, lei giovane vedova si rivolge alla Santa Vergine e le chiede come doveva vestirsi nel periodo del suo lutto. La Madonna le mostra le vesti da Lei indossate alla morte di Gesù e le consegna la sua cintura e lei, dopo averla baciata gliela pone intorno alla vita (un gesto molto femminile). La cintura è in effetti simbolo di penitenza e mortificazione, oltre che perenne disposizione a camminare senza voltarsi indietro.

Nel IV secolo si dice che la cintura fu trovata a Costantinopoli e poi portata in Francia, a Soissons, e trasferita successivamente a Montserrat, a Notre-Dame a Parigi e a Chartres per poi ritrovarla ad Assisi e a Prato.

Questa devozione si colloca nella linea degli scapolari e delle Medaglie Miracolose. Punto primo è quello di vestire senza vanità, portare sempre la cintura, iscriversi alla confraternita e recitare la Corona con 13 Pater, 1 Credo e 1 Salve Regina.

Come la Madonna di Pompei è raffigurata tra due santi ed è considerata la Madonna della Consolazione.  Ora ci sovviene il ricordo della Chiesa Nostra Signora della Consolazione a Genova,  dove si trova la scultura in marmo di Bernardo Schiaffino che raffigura proprio questa Regina del Cielo.

Non c’è emozione eguale a quella che si prova nel guardarla dal basso all’alto ed incredibilmente ci viene naturale collegare l’opera di questo artista genovese con il Bernini, ove l’estasi di Santa Teresa e l’espressione di Maria nell’atto della consegna a Santa Monica della sua cintura, sembrano sprigionare una luminosità eterea e nel contempo piena di una forza particolare.  San Agostino, figlio di Santa Monica, come si legge dal manuale di Filotea di G. Riva, fu il primo ad indossare la cintura e questa abitudine fu seguita dai suoi seguaci e da tanti fedeli, fin da quando Re Pietro chiedendo indulgenza a Clemente X ebbe in risposta: “Prendete la cintura di San Agostino ed avrete ciò che desiderate”.

Testimonianze di fregugge. Briciole di fede

Questa terra dove il monte si tuffa in mare, e la povertà accompagnava la vita dei suoi abitanti, ha fatto sì che la Liguria coltivasse una fede profonda e costante e così si sono moltiplicate tante devozioni verso la Madre di Gesù e quella per la Madonna della Cintura vede ancor oggi rinnovarsi la festa ogni anno il 28 agosto a Camposasco, S. Colombano Certenoli, S. Conterdo di Piani dei Manzi, Maissana di Tavarone, San Bernardo alle Cascine e alla chiesa di San Nicolò di Coreglia dove una tela del XVIII secolo è esposta nella cappella di San Bartolomeo.

Testimonianze di fregugge, come dicono i genovesi, ossia briciole di fede.

 

Immagini – Genova, Chiesa della Consolazione, gruppo marmoreo Madonna con la Cintura scolpito da Bernardo Schiaffino nella prima metà del Settecento

 

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