Luciano Bertocco. La bellezza delle immagini del quotidiano
E’ arte dipingere, scrivere, scolpire, È arte comporre, cantare, costruire e inventare. Non c’è dubbio. Ma non dimentichiamo che sono doni perché nel corso della vita ci si scopre portati ad esprimere quella speciale dote che fin dalla nascita tutti noi consideriamo un sogno che custodiamo in un cassetto.
Luciano Bertocco quel cassetto lo ha aperto appena superata la maggiore età, intuendo che tramite l’obbiettivo fotografico poteva comunicare le sue emozioni e trasmettere i sentimenti che rispecchiano la vita di tutti i giorni. Altro non è stato per lui che percorrere un viaggio attraverso la bellezza delle immagini del quotidiano.
I visi, i particolari, le espressioni vive e presenti di occhi, di mani che aprono uno spazio non vuoto che ci congiunge all’amore per la vita. Sì, Luciano Bertocco, dopo ciò che ha appreso da Ansel Adams e Henri Cartier Brésson ha saputo trasformare quella che era una passione in un’arte, portando il suo “senso” della vista” a vedere ciò che ci circonda e sviluppando la voglia di fermarlo in immagini.
Se lo ascolti parlare oltre ad accogliere con piacere quella dialettica e quel cadenzato di voce prettamente veneziano, non ti sorprendi a scoprire come il percorso che ha riprodotto in scatti faccia parte di una ricerca profonda del suo io forse interiore ma ora non più ignoto. Passo dopo passo scorrono le sue foto, quel suo viaggio ti fa incontrare uomini e donne, che mano nella mano passeggiano a piazza San Marco, vecchi che seduti su un marciapiede che chiedono un obolo senza sguardi importuni, parte di monumenti che completano l’immagine e non la prevaricano.
Si recupera così un aspetto dell’ambiente e si riesce anche a leggervi un’esposizione culturale e sociale. Quelle emozioni piacevoli riprodotte in bianco e nero hanno un loro modo di venirti incontro e di dirti quanto puoi scoprire della personalità di ogni essere e così riesci a vedere qualcosa di nuovo e profondo proprio attraverso quello che lui ha cercato di rappresentare nelle foto.
C’è arte nello scattare immagini? Indubbiamente. La sua mostra nell’ambito del festival della Fotografia alla 13° edizione Penisola di luce, ne è la prova.
Nel suo primo lavoro autobiografico Ruah è riuscito a mettere parte del suo stato d’animo al servizio della realtà e, probabilmente, in questo suo percorso ha messo molto della sua personalità ed ha voluto creare il modo di portare la sua memoria all’incontro con gli occhi degli altri. La sua pagina di presentazione che ha per tiolo “Espressioni” dice: “Nel movimento della vita si esprime il continuo dinamismo e la forza vitale impressa in ogni essere capace di trasmettere un mondo di emozioni.”
Altro non ci resta da aggiungere, se non augurargli: “Buon viaggio” ed augurare a noi un nuovo incontro con la sua creatività e bravura.