Compiere novant’anni e non dimostrali

Il miglior complimento che si può fare a chi ha raggiunto quell’età è dirle: non li dimostri affatto. La stessa cosa vale anche per tutto ciò che, pur invecchiando, rimane sempre attuale e vive anche nel nuovo secolo.

E per coloro che non possono fare a meno di parlare di calcio, apprendere che il 25 marzo 2018  saranno 90 anni da quando la radio trasmise in diretta la prima radiocronaca è proprio fare un tuffo all’indietro.  A quando l’allora Eiar (oggi Rai), il cui abbonamento costava 75 lire,  con la voce di Giuseppe Sabelli Fioretti, trasmise l’incontro Italia – Ungheria 4-3.

Correva l’anno 1928 e da soli 4  la radio aveva fatto la sua apparizione nelle case di pochissimi italiani che girando la manopola di quell’apparecchio, alla ricerca di stazioni ad onde medie e corte,  scoprivano un mondo fantastico.  La BBC inglese, con la gara Arsenal-Sheffield United nell’anno precedente, si era aggiudicata il primato, come prima nazione al mondo ad aver effettuato una radiocronaca  e, così, l’Italia arrivò per seconda.

Non fu difficile più di tanto trovare una voce che descrivesse agli ascoltatori le emozioni che suscita, ancor oggi, un incontro di pallone:  la scelta cadde su di un giovane giornalista, allora ventenne, Giuseppe Sabelli Fioretti, che seppe far vedere la gara attraverso le sue parole, inizialmente velate da qualche lieve titubanza,  poi sempre più trascinanti verso un entusiasmo incontenibile.

Nicolò Carosio

L’Italia batté l’Ungheria, in una gara valevole la coppa internazionale; cominciava così a diventare una bella squadra, fino a diventare, dopo pochi anni, Campione del Mondo. Ci voleva l’entusiasmo di un giovane per rendere visivo il gioco del calcio attraverso le parole e Giuseppe ci riuscì…alla grande, rimanendo al suo posto fino al 1933, quando gli subentrò Nicolò Carosio.

Nel raccontare quella sua prima radiocronaca Giuseppe dirà che si sentiva come la vedetta di Cristoforo Colombo quando fu scoperta l’America, perché da quel giorno il mondo del calcio non fu più lo stesso.

Voglio qui ricordare quale amante dello sport sia stato Sabelli Fioretti, perché la sua penna e la sua macchina da scrivere descrivevano gesta di campioni ed avvenimenti riguardanti campionati e competizioni, sia italiane che internazionali, con uno stile scorrevole e  davvero piacevole da leggere.

Seduto al centro, Guglielmo Moretti

Fu uno dei programmatori, nel 1930, di un’iniziale trasmissione radiofonica nella quale i risultati delle partite erano stenografati e trasmessi a mezzo telefono, il papà di quella che sarà poi ….la voce di Guglielmo Moretti in Tutto il calcio minuto per minuto.

Chissà se c’è qualcuno che ricorda ancora quella prima radiocronaca? Quel urlo gioioso quando Libonatti segnò la rete decisiva e lui saltò in piedi dal suo trespolo, situato all’ultimo anello dello stadio Flaminio di Roma.

Io non ero ancora nata, ma la radio ha sempre accompagnato la mia passione per il calcio, fin da piccola. Così il mio ricordo più lontano è collegato ad una gara svoltasi il 23 giugno del 1954, durante i mondiali di quell’anno. Era il giorno di S. Giovanni Battista, faceva caldo, io non volevo uscire di casa, ma mio padre mi accompagnò alla festa patronale in una frazione della mia città.  C’era la banda, il campanile mandava i suoi rintocchi, le bancarelle sfornavano zucchero filato di vari colori e profumi ed i bimbi correvano all’impazzata tra le case.

I capitani Ballaman e Boniperti. Al centro Viana

A me interessava solo stare nei  pressi di una radio per sapere se l’Italia fosse riuscita a superare il turno, battendo la Svizzera allo spareggio che, nell’incontro precedente, aveva battuto gli azzurri per 2-1, grazie ad un arbitro, Mario Viana, brasiliano, successivamente radiato per come aveva condotto l’incontro. La delusione fu enorme, la sconfitta pesante, 4-1.

Quella sera tornai a casa piangendo, ma da allora io ed il calcio fummo una cosa sola.

La Tv, dal 1958, sostituì quel magico apparecchio, ma le radioline portatili continuarono a funzionare tra le mie mani perché il “calcio minuto per minuto” mi accompagnava sempre, anche quando ero seduta sui freddi gradoni in cemento di qualsiasi stadio mi trovassi.

Allora “viva la Radio” perché, pur con tanti anni sulle spalle è sempre la voce che porta la vita del nostro pianeta alla tua portata  e solo quando non è con te ti accorgi che ti manca.

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