Tempo di scelte. Scattiamo il nostro selfie scolastico

Il 2021, appena affacciatosi al “nuovo mondo” nella sua alterata normalità, sta cercando faticosamente di individuare dei punti fermi per ri-affermare qualora non fosse del tutto chiaro, alcuni dei pilastri sociali: sanità ed educazione.

In particolare il mese di gennaio, in presenza o in remoto, per necessità epidemiche, vede le famiglie e soprattutto gli studenti e le studentesse dalla terza media, o meglio del terzo anno della scuola secondaria di I grado, rivolti e, a volte, travolti dalla prima scelta formativa importante: la scuola secondaria di II grado.

Se si apre un dialogo costruttivo e partecipativo con giovani in procinto di diplomarsi, ricorre spesso la discussione sulla “prima scelta”, molti sono i giovani che evidenziano la medesima tesi: “a 13/14 anni anni si è ancora troppo immaturi per compiere una scelta con la s maiuscola.

Dato che stiamo in un sistema organizzato con le proprie regole e norme, non possiamo intervenire su variabili esterne, a meno che non si faccia parte di contesti deputati alla stesura di norme e leggi. Rimane, al momento come fatto incontrovertibile, l’esigenza socio-normativa di dover scegliere il proprio percorso secondario di II grado all’età suddetta, in piena formazione e  evoluzione e pertanto, soggetta a cambiamento.

Come possiamo allora controllare una variabile esterna che sfugge al nostro controllo? Possiamo provare a focalizzarci su dati personali e informativi in modo accurato e, rispetto al proprio sviluppo anagrafico, maturo.

L’orientamento, in ogni fase della vita, è un percorso che necessita: determinazione nell’affrontarlo, tempo da dedicare, pazienza nell’affrontare le diverse tappe, visione a lungo termine. Per questo è importante che le scuole, le agenzie formative e tutti soggetti deputati a questa funzione lavorino di concerto per far emergere progetti e percorsi che favoriscano la costruzione di strumenti e che permettano alla persona in formazione di compiere scelte in autonomia e in modo responsabile.

Di seguito, alcuni elementi che potrebbero essere di supporto in un per-corso di orientamento e autovalutazione, messo in atto da esperti del settore. Quando passiamo di grado è bene esserne in grado.

1. Valutare materia per materia, i diversi indirizzi scolastici

Così come non ci dice nulla conoscere il nome di una persona per capire se ci andremo d’accordo o meno, ma bisognerà conoscerla allo stesso modo, è importante informarsi sui singoli insegnamenti che si andranno a studiare e del relativo numero di ore. Non bisogna spaventarsi di fronte all’ampia offerta, si tratta di un’opportunità che permette anche una sorta di ripasso delle preferenze attuali o di eventuali interessi che non si sono mai presi in considerazione

2.  Diario delle decisioni di successo

Da una parte, dunque, un orientamento informativo e formativo al tempo stesso (Non c’è informazione senza formazione). Un altro suggestivo e divertente percorso (la scelta è un processo, non un’azione singola, e lo stato d’animo più appropriato è proprio quello della curiosità, del divertimento) è mettere in atto un piccolo laboratorio personale, anche con il supporto della famiglia e degli amici, riflettendo e annotando su quali sono gli elementi che ognuno di noi considera quando deve fare una scelta, qualsiasi essa sia.

Iniziamo a scrivere un diario sui nostri comportamenti e annotiamo un evento, un fatto (in ambito familiare, scolastico, sportivo, musicale…), una frase, un comportamento di cui si è orgogliosi, che ha permesso un piccolo cambiamento

3. Fuori dai banchi

Si può provare a redigere un elenco di attività che si fanno fuori dalle scuola, che piacciono, a cui si dedica tempo e passione.  Dalla lettura di un libro, all’ascolto di una canzone, così come una pratica sportiva, musicale, teatrale…

4.  Scattiamo il nostro “educational selfie”

Non resta che redigere una trascrizione dei dati analizzati, un’elaborazione dei dati, incrociando interessi, materie, comportamenti per poi scattare il proprio selfie educativo che ci avvicinerà verso la scelta con maggiori carte a favore del nostro percorso.

Il percorso è appena iniziato. L’orientamento è un diritto permanente dell’essere umano.

Orientamento e abbandono scolastico

Un buon orientamento è inoltre una forma di prevenzione dell’abbandono scolastico, fenomeno da non trascura come risulta dal rapporto Istat, luglio 2020:

Ancora troppo alto fra i giovani l’abbandono degli studi l’abbandono precoce del sistema di istruzione e formazione – il fenomeno degli Early Leavers from Education and Training (ELET) – è di rilevante importanza anche a livello europeo.

La quota di 18-24enni che possiede al più un titolo secondario inferiore ed è già fuori dal sistema di istruzione e formazione è uno degli indicatori della Strategia Europa2020; per il quale il parametro europeo è stato fissato al 10%.

Nel 2019, nonostante il valore in Italia scenda al 13,5% (per un totale di 561 mila giovani), in linea con la tendenza di più lungo periodo, la percentuale di ELET resta sopra al parametro, quasi raggiunto in media dai paesi membri dell’Unione europea, dal Regno Unito e dalla Germania e già superato da diversi anni in Francia.”

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