Sul Mar Ionio, il più grande parco eolico galleggiante italiano

Progetto MeDWos, in altre parole il più grande parco eolico offshore (marino) italiano, che dovrebbe estendersi dalla rada  del porto di Taranto alla Sicilia entro il 2025. Ideato da Renexia, società del Gruppo Topo. prevede aerogeneratori floating, ossia privi di fondamenta fisse, che si ergono da piattaforme galleggianti,  lontani dalla costa, posti nel punto  in cui i venti soffiano con maggiore velocità e stabilità e, quindi, catturati, generano maggiore energia.

Il progetto prevede centinaia di turbine eoliche situate a 60 chilometri dalla costa, per una capacità complessiva di 2,9 GW (giga watt) in grado di rispondere all’occorrente energetico di 3,4 milioni di famiglie.

La distanza delle turbine è stata pensata in modo da non essere d’impaccio al traffico commerciale e turistico, alle rotte migratorie, all’ambiente e al paesaggio.

Costo preventivato dell’opera, 9 miliardi di euro.

Presentato nell’autunno 2020, in attesa di ottenere le autorizzazioni dal Ministero dell’Ambiente e delle Infrastrutture, MeDWOS s’incunea nel piano PNIEC (Piano Nazionale Energia e Clima) presentato dal Ministero dello Sviluppo Economico, che affida all’eolico offshore l’obiettivo di fornire energia pari a 900 MW, entro il 2030.

Nel frattempo il progetto ha appena incassato l’approvazione delle grandi associazioni ambientaliste, Legambiente, WWF e Greenpeace Italia.

Inizialmente critiche sia per l’estensione sia per la scelta dell’area d’installazione, hanno finito con accettare il progetto riconoscendo sia la sua notevole portata per la decarbonizzazione nazionale,  sia per il numero “non indifferente” di posti di lavori che procurerà. A patto, di ricevere in cambio trasparenza nelle informazioni, possibilità di confronto e solide garanzie riguardo “alla minimizzazione delle modifiche dell’habitat bentonico” durante la realizzazione e il “ripristino e la restituzione degli ambienti alla destinazione originaria delle aree di cantiere”.

“Ci aspettiamo inoltre – hanno terminato le 3 associazioni in una nota congiunta – che gli studi previsti sulle rotte degli uccelli migratori siano rigorosi, utilizzando sia le esperienze maturate in altri Paesi (sulla minimizzazione degli impatti) sia competenze scientifiche di valore indiscusso. Chiediamo che anche la destinazione dell’intera area a un parco marino innovativo possa conciliare esigenze di tutela e monitoraggio costante, con quelle di una produzione energetica pulita”.

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