Green Deal. Il Fondo per la transizione giusta, un’occasione da non perdere
Uno punti più importanti e delicati del Green Deal Europeo – che si prefigge il raggiungimento di zero emissioni di gas serra entro il 2050 – è la transizione energetica che richiede una profonda trasformazione socio – economica nelle aree dell’Unione che dipendono dai combustibili fossili e dalle industrie ad alta densità di carbonio. Ma l’obiettivo della proposta di legge oltre a contrastare la crisi climatica e far crescere i Paesi dell’Unione attraverso “una transizione graduale e giusta, che non lasci indietro nessuno, trasparente per le industrie e gli investitori” come ha detto Ursula von der Leyen, della Commissione Europea, alla presentazione della bozza di legge sul clima nel marzo scorso.
Il Fondo per una transizione giusta
Per realizzare la transizione è stato proposto l’istituzione di un fondo. Il Fondo per una transizione giusta (JTF) fa parte di un più ampio meccanismo per una transizione giusta, che comprende anche un regime nell’ambito di InvestEU e uno strumento di prestito del settore pubblico.
Il bilancio del JTF inizialmente proposto di 7,5 miliardi di euro sarà integrato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dal Fondo sociale europeo Plus (FSE +), nonché dal cofinanziamento nazionale (in linea con le regole della politica di coesione). Il totale delle risorse FESR e FSE + trasferite al JTF sarà compreso tra 1,5 e 3 volte l’importo del sostegno JTF.
Nel maggio 2020, alla luce del Covid-19, la Commissione Europea ha presentato i suoi piani per un nuovo budget finalizzato alla ripresa economica e una nuova proposta JTF modificata. Il JTF rafforzato ammonterebbe a 40 miliardi di euro, con 10 miliardi di euro provenienti dal nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (acronimo QFP, stabilito per gli anni 2021-27) e 30 miliardi di euro dallo strumento dell’UE di nuova generazione (a prezzi 2018). Solo la parte del QFP deve essere completata dai finanziamenti FESR e FSE +.
Al vertice straordinario del Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020, lo stanziamento è stato ridotto a 7,5 miliardi di euro nell’ambito del nuovo QFP e 10 miliardi di euro da Next Generation EU, portando il totale del bilancio della JTF a 17 miliardi di euro.
Il programma InvestEU dovrebbe attirare investimenti privati, mentre lo strumento di prestito del settore pubblico dovrebbe attirare finanziamenti pubblici. Insieme al Fondo per una transizione giusta, basato principalmente su sovvenzioni, questi tre pilastri del meccanismo per una transizione giusta dovrebbero mobilitare oltre 100 miliardi di euro di investimenti. Il budget esatto dovrebbe essere stabilito in via definitiva nella prossima seduta plenaria.
Chi riceverà i fondi?
Tutti gli stati membri hanno accesso ai fondi, ma le risorse verranno concentrate su quelle regioni che sono più in difficoltà perché fanno ancora affidamento sui combustibili fossili (carbone, lignite, torba, olio di scisto). Il grado di prosperità del paese membro verrà comunque tenuto in considerazione.
In una riunione di luglio 2020, la commissione Sviluppo regionale ha chiesto un bilancio più consistente per il Fondo per la transizione giusta a una portata più estesa.
La commissione parlamentare oltre agli investimenti sostenibili JTF per microimprese e piccole e medie imprese, incluse start-up e operatori del turismo sostenibile, ha richiesto un’estensione degli investimenti anche per:
• mobilità intelligente e sostenibile e infrastrutture rispettose dell’ambiente
• progetti contro la povertà energetica, in particolare edilizia sociale e promozione di un approccio climaticamente neutrale e di riscaldamento a basse emissioni
• infrastrutture ecologiche
• rinnovamento e de-contaminazione dei siti di costruzioni esistenti e riconversione dei progetti, nel caso in cui il principio del “chi inquina paga” non possa essere applicato
Gli eurodeputati hanno chiesto una deroga per gli investimenti legati al gas naturale nelle regioni che fanno ancora affidamento sull’estrazione e la combustione di carbone, lignite, torba e olio di scisto. Hanno chiesto anche:
• un considerevole aumento del bilancio
• il co-finanziamento fino al 85% dei costi per i progetti selezionati di cui beneficiano le comunità più vulnerabili in ciascuna regione
• l’1% del totale per le isole e l’1% per le regioni più periferiche
• piccole e medie imprese e nuove imprese
• ricerca e innovazione
• energia pulita, riduzione delle emissioni, efficienza energetica ed energia innovabile
• digitalizzazione e connettività
• decontaminazione e riconversione di siti esistenti e bonifica del suolo
• economia circolare, incluse prevenzione dei rifiuti, efficienza delle risorse, uso, riparazione e riciclo
• formazione e riconversione professionale dei lavoratori
• assistenza nella ricerca del lavoro
• trasformazione di fabbriche e infrastrutture a carbone esistenti
Chi è escluso dai fondi
Le esclusioni dal perimetro del sostegno (art. 5) riguardano: disattivazione o costruzione di centrali nucleari; produzione, trasformazione e commercializzazione di tabacco e prodotti del tabacco; imprese in difficoltà, come definite all’articolo 2, punto 18, del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione; investimenti relativi alla produzione, lavorazione, distribuzione, stoccaggio o combustione di combustibili fossili; e investimenti in infrastrutture a banda larga nelle aree in cui sono presenti almeno due reti a banda larga di categoria equivalente.
La Piattaforma
A giugno la Commissione europea ha lanciato la Piattaforma per la transizione giusta, che fornisce informazioni alle parti interessate, pubbliche e private, nelle regioni a uso intenso del carbone. La piattaforma online include una base di dati di progetti e esperti, condivisione di informazioni e consulenze tecniche.
Per maggiori informazioni, si possono consultare i seguenti link :
Scheda della Commissione europea: domande e risposte sul meccanismo per una transizione giusta
Centro di ricerca del Parlamento europeo. Studio sul Fondo per la trasizione giusta (EN)