Musei inclusivi. Un tuffo dove la società è più blu

Da gennaio 2019, ogni quarta domenica del mese e, durante la settimana per le famiglie e le scuole, il Parco Archeologico di Paestum organizza visite didattiche rivolte ai bambini e ai ragazzi con disturbo dello spettro autistico (DSA).

Dopo il Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino, anche Paestum, contribuisce al progetto sperimentale Un tuffo nel Blu mirato a organizzare percorsi autism friendly frutto della collaborazione tra le associazioni di categoria e le istituzioni universitarie e museali con servizi di accoglienza e di didattica museale che consolidano e diffondono l’accessibilità e la fruibilità della cultura per le persone neurodiverse.

La visita didattica Un tuffo nel blu, grazie agli ausili tecnologici, prevede la partecipazione attiva dei bambini e ragazzi con il supporto di un’agenda visiva che permette di scegliere immagini inerenti alle esposizioni del museo e commentarle con le emoticon, comunicando così il loro stato d’animo in relazione all’esperienza della visita.  Una pratica che favorisce la motivazione nel giovane visitatore e ne incrementa la soddisfazione.

Nell’esperienza di Paestum entrano in gioco oltre alla Cooperativa Sociale Il Tulipano (che ha siglato la convenzione con il Parco Archeologico), il Dipartimento di Scienze Motorie e del Benessere (DiSMeB) dell’Università degli Studi Parthenope di Napoli.  Quest’ultima, da sempre attenta allo sviluppo d’iniziative d’inclusione sociale, partecipa al progetto fornendo, con il coinvolgimento del proprio team di specialisti, l’organizzazione del percorso didattico adeguato alle esigenze di bambini con particolari bisogni, in modo da rendere fruibile il patrimonio artistico culturale.

Museo BeGo: la cultura al servizio della società e del suo sviluppo

Un tuffo nel blu, come abbiamo evidenziato, l’ha compiuto anche il Museo Benozzo Gozzoli (BeGo) a Castelfiorentino (vicino a Firenze) che espone gli affreschi e i disegni preparatori (sinopie) di 2 monumenti tabernacoli del pittore del Quattrocento di cui porta il nome.

Declinando il principio che un luogo di cultura debba essere un luogo di servizio per la società e per il suo sviluppo, il BeGo, inaugurato nel 2009 (quest’anno compie i suoi primi 10 anni), è stato architettonicamente concepito rispettando i criteri dell’accessibilità per i visitatori con disabilità motorie e sensoriali.

Nel 2013, il progetto ha ampliato le sue capacità di inclusione, per rendere fruibile la sua collezione anche alle persone non vedenti e ipovedenti (incluso lo svolgimento di attività educative per lo stesso pubblico); dal 2014, con percorsi museali ad hoc, accoglie le persone affette da demenza senile; nel 2017 ancora un progetto (questa volta triennale) riservato al pubblico sordo, segnante e non.

Si tratta dell’iniziativa Museo for all, ovvero una guida costituita da un audio-video con la spiegazione in lingua italiana dei segni, con i sottotitoli e con una voce narrante in italiano per le persone cieche e normodotate. Progetto ampliato nel 2018 grazie al personale formato del BeGO e all’adozione della guida delle opere del Gozzoli scritta nel linguaggio facilitatoeasy to read”, adatto alle persone con disabilità intellettiva e con disturbi dello spettro autistico.

Museo Omero: la forza degli operatori specializzati

Porte aperte a tutti ma soprattutto ai non vedenti e ipovedenti al Museo Statale Omero di Ancona, la cui collezione di 200 opere scultoree e architettoniche, che spaziano dall’antica Grecia all’arte contemporanea, sono tattilmente fruibili grazie ad un excursus sull’arte plastica e scultorea e alle loro descrizioni in Braille e in nero a caratteri grandi, oltre al sostegno degli operatori specializzati del museo.

Il relativo centro di documentazione e ricerca, è specializzato in pedagogica e didattica dell’arti e dell’archeologia, in estetica e accessibilità ai beni museali per le persone con disabilità, offrendo consultazioni di testi in nero e in Braille, video, DVD, audiocassette e ausili tiflodidattici (strumenti per persone con minoranza visiva).  Oltre ai gruppi, il museo offre anche alla singola persona non vedente una visita personalizzata sul periodo storico e/o l’artista di suo maggiore interesse.

Visite personalizzate per tutti

Gratuito e senza barriere è come si presenta l’esposizione storica della Reale Mutua a Torino. L’antica istituzione oltre ad offrire da sempre la gratuità comprensiva di visita guidata, ampi spazi per la percorrenza con le carrozzine, ai percorsi differenziati (se non per richiesta specifica), organizza visite personalizzate per tutti. Per i bambini e i ragazzi con bisogni speciali o con disabilità cognitive il percorso è sviluppato con i suggerimenti degli insegnati.

Magnificare le diversità

Nel 2017 Kids in Museum, l’organizzazione britannica che dal 2003 promuove l’accessibilità delle famiglie nei musei, ha pubblicato sul proprio sito le linee guida per rendere un’istituzione culturale  un luogo autism friendly.

Riprese dal sito italiano Musei senza barriere le indicazioni per lo più, non comportano costi aggiuntivi, perché partono dal principio che ogni visitatore ha un modo tutto suo di avvicinarsi alle opere d’arte, agli artisti e alle loro storie, e il compito di un’istituzione culturale consiste nel sostenere e magnificare tale diversità. E ricordarsi che, come ogni processo d’inclusione, quel che serve soprattutto è la formazione, la disponibilità, il tempo e l’impegno.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.