Gli italiani non rinunciano al chatbot CHAT GPT

Dopo il blocco provvisorio d’accesso al chatbot CHAT GPT – deciso a fine marzo 2023 per la sola Italia dal nostro Garante per la protezione dei dati personali dei minori di età inferiore ai 13 anni, che l’azienda statunitense che sviluppa la piattaforma, la statunitense OpenAI non rispetta con la sua raccolta conservazione illecita dei dati personali -, sono molti gli italiani che aggirano l’ostacolo utilizzando il software VPN (Virtual Private Network), facendone registrare un aumento del 400% di download soltanto nel primo aprile 2023.

VPN è un software a pagamento creato per proteggere la privacy; consente, infatti, di navigare in modo sicuro e anonimo (mascherando il proprio indirizzo IP) e aggirando eventuali limitazioni geografiche, come per esempio il blocco ChatGPT in Italia, senza commettere reato. È garantita la protezione delle informazioni dalle intercettazioni o dai monitoraggi esterni.

I provider  VPN (ce ne sono molti sul mercato, che si differenziano per prezzo e sicurezza),  finora sono state utilizzati dagli oppositori di regimi dittatoriali, dai giornalisti per compiere ricerche sicure o dalle aziende per ampliare la propria rete  difendendosi meglio dagli attacchi hacher.

Gli operatori telefonici, per niente intimoriti dal Garante, dispensano consigli su come superare il blocco facendo ricorso a soluzioni  gratuite.  

Fastweb.it, ad esempio, ricorda che il provvedimento preso “fa riferimento solo a ChatGPT come servizio in sé e non cita l’accesso al modello linguistico sottostante tramite API. Inoltre, è possibile accedere a GPT-3.5 anche dal playground di OpenAI nel sito ufficiale”. E comunque ci si può rivolgere sempre gratuitamente a “Bing Chat di Microsoft  nonostante si basi su ChatGPT, seppur su un modello più avanzato, è tuttora pienamente funzionante così come il sito Poe (Platform for Open Exploration) di Quora e la relativa app mobile che mette a disposizione gratuitamente ChatGPT e un elenco assortito di altri modelli basati o meno sullo stesso: Sage, GPT-4, Claude di Anthropic e Dragonfly”.

OpenAi ha annunciato che rimborserà gli abbonati italiani alla versione più avanzata e veloce ChatGPT Plus e interromperà i rinnovi.

Nel frattempo, però, la decisione del nostro Garante per la privacy non è rimasta isolata. La Francia, Germania, l’Irlanda si sono mostrati interessate al blocco italiano che potrebbe estendersi in tutta l’Unione europea se OpenIA non si adeguerà al GDPR (General Data Protection Regulation), regolamento del trattamento dei dati personali e di privacy in vigore per tutti gli Stati-membri dal 2018.

Anche OpenAI si è messa in contatto con il Garante italiano per trovare una soluzione e ripristinare l’accesso il prima possibile: ha bisogno dei dati per addestrare gli algoritmi della piattaforma (sta lavorando alla versione Chat GPT 5), oltre a correre il rischio di dover pagare una multa pari al 4% del proprio fatturato annuo.

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