Dai desaparecidos del franchismo ai figli del silenzio cileni
Fra i tanti desaparecidos delle dittature del Sud America della seconda metà del Novecento ci sono tanti bambini, che venivano sottratti ai genitori per darli in adozione, illegalmente, alle famiglie vicine ai regimi o a quelle dei Paesi più ricchi del mondo.
Il fenomeno di sottrazione – o sequestro – si registrò inizialmente in Spagna a partire dalla guerra civile (1936) e sotto il regime franchista (1939 – 1975).
Si soleva affidare i figli delle donne in carcere o giustiziate ad altre famiglie della galassia del partito unico. Un’inchiesta aperta dal giudice Baltazar Garzon, supportato da 2 storici, negli anni Dieci del secolo in corso, ha fatto emergere che tra il 1937 e il 1950 in Spagna si applicarono le teorie dello psichiatra militare Antonio Vallejo Naiera secondo le quali i marxisti erano “psicopatici da separare dalla nascita dal resto della società”. Si trattò, allora, di un piano sistematico che, si stima, abbia riguardato almeno 30mila bambini.
Un programma simile venne attuato in Argentina durante la dittatura dei generali dal 1976 al 1983, presto venuto alla luce grazie all’Associazione la Madres de Plaza de Mayo , prima e l’Abuelas de Plaza de Mayo poi.
In Cile si ripetette il fenomeno a partire dal 1950 ma raggiunse l’acme durante la dittatura militare di Augusto Pinochet, che salì al potere dopo il colpo di stato contro il presidente Allende l’11 settembre 1973 e ci rimase fino al marzo del 1990.
Le inchieste giornalistiche degli ultimi anni hanno fatto emergere il caso e un gruppo di madri si e riunito per cercare i figli scomparsi: a molte di loro, povere al momento del parto, era stato detto che il figlio era morto. È stato allora che ha iniziato a indagare anche la giustizia scoprendo la sparizione di decine di migliaia di bambini ad opera di enti religiosi, funzionari dello Stato, assistenti sociali e militari cileni. É emerso che la gran parte dei bambini è stato adottato illegalmente in Europa: Spagna, naturalmente, poi Olanda, Svezia e Italia. Nessuno dei governi europei, ad oggi, ha partecipato alle indagini cilene.
500 di questi bambini sono stati adottati illegalmente in Sardegna dove stati portati da un ordine di suore che aveva vari istituti nel Paese sud-americano. Di questo parla il podcast in quattro parti, disponibile su Spotify, dal titolo Figli del silenzio: il caso dei 500 bambini cileni adottati in Sardegna, prodotto da IrpiMedia e scritto dalle giornaliste Elena Basso e Giulia De Luca, esperte in diritti umani in America Latina, che hanno raccolto le testimonianze dagli stessi protagonisti.
Immagine di IrpiMedia -Figli del silenzio