Amnesty vs. Onu. C’è del marcio negli Stati del Nord d’Europa

I paesi del Nord – Europa sono veramente i più felici del mondo? Secondo il Rapporto elaborato dalle Nazioni Unite – che pubblica puntualmente ogni 20 marzo in occasione della Giornata della Felicità – la risposta è sì. Ancora una volta i Paesi nordici, capitanati dalla Finlandia, sono i primi della classifica che vede al secondo posto la Danimarca, quindi la Norvegia, l’Islanda, e al 7° la Svezia.

Il Report dell’Onu, nello stilare la classifica, tiene conto di migliaia d’interviste dei cittadini di 156 Paesi che rispondono considerando i seguenti parametri: il PIL (per misurare il benessere economico del Paesi), il reddito pro-capite, il tasso d’occupazione, il livello d’istruzione, l’aspettativa di vita, la corruzione oltre al welfare, alle libertà civili e al tasso di criminalità.  Spesso messo in discussione dal punto di vista concettuale (misura la felicità oggettivamente, quando la vera felicità è soggettiva), il World Happiness Report nel 2019 viene smentito clamorosamente da fatti concreti.

Dalla stessa Finlandia, che dovrebbe essere il Paese più felice del mondo, si sollevano le voci critiche riguardo la classifica. Il Paese con il miglior sistema d’istruzione del mondo, rivela, dalle inchieste degli ultimi anni, gravi piaghe sociali:  ha il tasso di suicidi e di omicidi più alto dell’Unione Europea, un rapporto disinvolto con le armi confermato dalle statistiche la vogliono al 3° posto, dopo gli Usa e Yemen (dove è in corso una guerra) per detenzione di armi. Gli uomini amano l’alcol che rappresenta la loro principale causa di morte. E fioccano i casi di violenza domestica. E con la Svezia e la Danimarca condivide il primato dei femminicidi europei.

Poi ci sono le violenze sessuali. Un tragico fenomeno confermato dal Rapporto che Amnesty International ha pubblicato il 3 aprile 2019, con il titolo Tempo di cambiare: giustizia per le sopravvissute allo stupro negli stati del Nord Europa.

Tradite dai loro stessi sistemi giudiziari che tacitamente negano la violenza sessuale

Amnesty afferma che in Danimarca, Finlandia Norvegia e Svezia si registrano preoccupanti livelli di stupro, e nonostante la loro fama di evoluta uguaglianza di genere, in realtà in questi Paesi “le sopravvissute alla violenza sessuali vengono tradite dai loro stessi sistemi giudiziari”.

Ed è proprio nel mito della parità dei diritti che, secondo Amnesty, si annida “l’endemica impunità per gli autori di stupro”.
“Sebbene la situazione delle sopravvissute allo stupro non sia la stessa nei 4 Stati – sottolinea Kumi Naidoo, segretario generale dell’associazione – vi sono preoccupanti analogie tra i sistemi giudiziari che ignorano, negano e tacitamente condonano la violenza sessuale contro le donne”.

In Finlandia sono 50mila le donne che ogni anno subiscono violenza sessuale; 24mila le donne che nel 2017 in Danimarca hanno subito uno stupro o un tentativo di stupro ma le condanne per il reato sono state soltanto 94; nello stesso anno in Svezia soltanto il 6% i casi in cui erano coinvolte persone adulte sono andati a giudizio.
“Lo stigma sociale e la mancanza di fiducia nel sistema giudiziario – prosegue Naidoo – significano spesso che le donne e le ragazze non sporgono denuncia; coloro che lo fanno sono frequentemente abbandonate da un sistema giudiziario insensibile e pieno di pregiudizi, così come da legislazioni antiquate”.

Eppure ho cercato d’insegnarti come vestirti…

Il Report, frutto dell’analisi delle leggi sullo stupro in 31 Stati europei, ha rilevato che “solo in 8 di essi una relazione sessuale senza consenso è considerato stupro”. E solo nel 2018 l’Islanda e la Svezia si sono dotate di “tale norma”.

E nei tribunali finlandesi vengono pronunciate sentenze, anche in caso di violenza di gruppo, come la seguente: “Il fatto che una partner sessuale dica ‘no, non voglio’ prima o durante una relazione sessuale non è sempre un segnale sufficiente, per l’altra persona, che il consenso e la volontà di proseguire la relazione siano venuti meno“.

Le vittime considerano i processi “stressanti, terrorizzanti e stigmatizzanti” a prescindere dall’esito. “Ho pensato e detto al mio avvocato che se avessi saputo come sarebbe andata non avrei mai denunciato” ha raccontato una finlandese ad Amnesty.

Analoga situazione in Norvegia. Nel Paese dei Fiordi i problemi si ravvisano nella lunghezza e nei vizi dei procedimenti giudiziari e molte donne decidono di non denunciare lo stupro. “Ci sono voluti quasi 2 anni per chiudere il caso – ha raccontato un’intervistatrice ad Amnesty – ho sporto denuncia nel 2016, la soluzione giudiziaria è arrivata nel 2018. Davvero una lunga attesa”.

In Svezia, dicevamo, è stata approvata la normativa per cui la mancanza di consenso configura il reato di stupro ma non cambia la mentalità diffusa, incredibilmente analoga alla parte considerata arretrata dell’Europa: i Paesi del Sud.

Ecco allora il racconto sorprendente di una svedese che ha vissuto un episodio di violenza sessuale raccolta da Amnesty International: “Persino mia madre mi ha detto: h0 sempre cercato d’insegnarti come vestirti”. Infatti in Svezia una persona su dieci ritiene che la violenza di genere contro le donne sia, spesso, provocata dalla vittima stessa.

Uomini che odiano le donne, scriveva il narratore e giornalista svedese Stieg Larsson, nell’ormai lontano 2004. Da allora niente è cambiato.

Copertina e 4° fotografia nella pagina: gli attori Rooney Mara e Daniel Craig nel film ‘Millennium – Uomini che odiano le donne’ 

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