World Press Photo 2023. Tra guerra, pace (falsa) e scarsità d’acqua
La fotografia The Siege of Mariupol (L’assedio di Mariupol) del regista e fotografo ucraino Evgenij Maloletka è la prima classifica al 66° concorso World Press Photo 2023 (WPP 23), conquistando il premio World Press of the Year.
Evgeniy Maloletka è stato uno dei pochissimi fotografi che hanno documentato gli eventi a Mariupol, città presa di mira per la sua posizione strategica sul Mar d’Azov dalle truppe russe subito dopo aver invaso l’Ucraina, il 24 febbraio 2022.
“Siamo arrivati a Mariupol solo un’ora prima dell’invasione – ha raccontato Maloletka -. Per 20 giorni abbiamo vissuto con i paramedici nel seminterrato dell’ospedale e nei rifugi con cittadini comuni, cercando di mostrare la paura con cui convivevano gli ucraini”.
Sono 21mila i civili morti per gli attacchi della Russia alle città ucraine, secondo l’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite.
La fotografia vincitrice ritrae una donna in avanzato stato di gravidanza su una barella di fortuna mentre è trasportata lontano dalle esplosioni dell’ospedale, colpito il 9 marzo 2022. Si tratta della 32enne Iryna Kalinina. Una volta portata in salvo è stata sottoposta a un parto cesareo per tentare di salvare il bambino, purtroppo nato morto e la stessa Iryna è deceduta un’ora dopo.
Da principio la Russia ha dichiarato falsa la notizia dell’attacco all’ospedale. Successivamente il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha confermato l’attacco dichiarando, però, che i pazienti e il personale sanitario erano stati evacuati e la struttura era stata occupata dai paramilitari.
L’investigazione condotta dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) lo ha sconfessato concludendo che l’ospedale era stato deliberatamente preso di mira dalla Russia, in violazione del diritto internazionale umanitario, e che i responsabili avevano commesso un crimine di guerra.
Il prezzo della pace in Afghanistan
La fotografia di Mads Nissen The Price of Peace in Afghanistan (Il prezzo della pace in Afghanistan), vince il premio World Press Photo Story of the Year.
Protagonista dell’eloquente immagine l’adolescente afghano Khalil Ahmed, che ha venduto il suo rene per 3.500 dollari. Un sacrificio perpetuo per aiutare la propria famiglia: dall’ intervento il ragazzo soffre di dolore cronico che gli impedisce molte attività.
Dal 2021, con il ritiro delle forze alleate e il ritorno dei talebani al potere l’Afghanistan attraversa una grave crisi economica che sta portando alla fame molti dei suoi abitanti: una delle conseguenze è il drammatico aumento del commercio illegale di organi.
Gli aiuti internazionali, che nel 2019 rappresentavano circa l’80 per cento delle spese del Paese, sono stati interrotti e sono stati congelati da 7 a 9 miliardi di dollari di beni appartenenti allo stato afghano. Senza queste fonti di reddito del governo, la già fragile economia afghana, è crollata.
Nel 2022 è stato stimato che il 97% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e il 95% delle persone non ha abbastanza da mangiare. Nove milioni di persone sono a rischio carestia e, secondo le Nazioni Unite, oltre un milione di bambini è gravemente malnutrito. Il COVID-19, l’intensa siccità e l’incapacità delle organizzazioni umanitarie di portare soccorso ai bisognosi hanno esacerbato la crisi, che in questo 2023 potrebbe, se possibile, peggiorare.
Mads Nissen, già vincitore del World nel 2021 il celebre scatto L’abbraccio, ha documentato questa storia per Politiken. In merito ha dichiarato: “La mia speranza con questo lavoro è più di ogni altra cosa è oltre a generare consapevolezza, suscitare la volontà d’impegnarsi per i milioni di afghani che, in questo momento, hanno un disperato bisogno di cibo e aiuti umanitari”.
Acque tribolate
Il premio per il progetto fotografico a lungo termine (World Press Photo Long-Term Project Award) è andato a Battered Waters (traduzione letterale in italiano Acque tribolate), dell’armena Anush Babajanyan.
Il servizio fotografico illustra le difficoltà dell’accesso all’acqua per le popolazioni di Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Kazakistan. Si tratta di quattro Paesi senza sbocco sul mare, dove gli approvvigionamenti idrici sono particolarmente complicati per la mancanza di coordinamento. Situazione aggravata dalla crisi climatica.
Una storia simbolica per un fenomeno, come quello della siccità, che nel 2022 ha riguardato almeno 20 Paesi nel mondo, minacciando la produzione agricola, favorendo gli incendi e creando serie difficoltà ai sistemi idroelettrici.
Immagini: le collezione fotografiche di ogni categoria del premio sono reperibili sul sito del premio: World Press Photo 2023