La storia del profumo e il profumo nella storia

La mostra che racconta tremila anni di storia del profumoTremila anni di storia del profumo e della sua rilevanza nella storia, raccontati attraverso reperti e documenti rari:  contenitori, oggetti, libri, antichi formulari e farmacopee, antropologia dell’olfatto, studi approfonditi sul rapporto del profumo e società, esperienze sensoriali dirette, strumenti multimediali.

Questa la mostra “Profumi di storia” allestita nel Museo Nazionale Archeologico, nella villa palladiana Bodoer, a Fratta Polesine (Rovigo), dal 16 settembre 2016 al 26 febbraio 2017.

Il percorso storico inizia dalla preistoria, all’età romana quindi, bizantina, attraverso i reperti e le fonti archeologiche; si sofferma e approfondisce il periodo rinascimentale (con sezione dedicata alla cosmetologiadell’epoca), fino ad arrivare al Liberty e alla sopraggiunta forma comunicativa della pubblicità con i 13 quadri del Manifesto pubblicitario, ai saponi profumati del 1895  e ai calendari profumati Bertelli dal 1904 al 1939, per approdare ai giorni nostri.

Il profumo nella storia

Dal 16 settembre 2016 la mostra Profumi di StoriaCon i profumi vengono ricordati i personaggi storici di rilievo, che amavano particolarmente le essenze. Come la contessa Caterina Sforza, volitiva reggente di Forlì e di Imola della fine del ‘400, appassionata di medicina, alchimia e cosmetica tanto da lasciarci il libro “Experimenti della excellentissima signora Caterina da Forlì”, costituito da ben 491 sue composizioni chimiche per combattere le malattie e conservare la bellezza del viso e del corpo.  O come Caterina dei Medici, regina consorte prima, e regina madre poi del trono di Francia dal 1533, personaggio di grande influenza nella politica del suo tempo e, infine, Isabella d’Este, marchesa di Mantova, ancora una reggente autorevole del Rinascimento che amava comporre essenze, vendute nel rinomato laboratorio di profumeria della città lombarda.

Capitale dei profumi del ‘500 era Venezia, ci racconta la mostra, dove arrivavano i profumi più rari e preziosi e, anche nel campo dell’essenza, dove l’Occidente s’incontrava con l’Oriente.  Vi operavano celebri essenzieri e, come importante centro di produzione libraria, nel 1555  vi venne pubblicato il primo ricettario ufficiale dell’arte cosmetica, dal titolo “I Notandissimi Secreti de l’Arte Profumatoria”.

I petali di rosa, i più pregiati. Oggi come ieri

Raccolta petali rosa di TaifNel corso della mostra si ha la possibilità di cimentarsi in “nasi”, per scoprire le varie profumazioni e riconoscerne la composizione. Alcune delle quali di fama immortale come la Rosa Centifolia, uno dei fiori principali del bouquet che compone lo storico Chanel n.5, uno dei primi profumi ad avvalersi, oltre che di essenze naturali, anche di essenze sintetiche, per ottenere una profumazione prolungata.

Nato nel 1921, per volere della grande stilista Coco Chanel,  è d’allora uno dei profumi più venduti e con un futuro che non teme confronti, considerando che la Maison francese ha l’opzione sull’intera produzione della Rosa Centifolia, che la famiglia Muol coltiva a Grasse in Provenza, per i prossimi 100 anni.

E sempre una rosa, tra i fiori che si usano per le profumazioni, è la protagonista della fragranza più costosa al mondo, la rosa di Taif, (nella foto a sinistra, la raccolta dei petali),  la cui produzione si riduce a 16 chilogrammi all’anno, al costo di 50.000 euro al chilogrammo, gran parte della quale destinata alla casa reale dell’Arabia Saudita. Ancora oggi, quindi, trascorsi più di 500 anni, le famiglie reali continuano a essere interessate ai profumi e all’arte della profumazione.

La mostra è curata da Federica Gonzato, Chiara Beatrice Vicentini, Silvia Vertuani e Stefano Manfredini, promossa dal Comune di Fratta Polesine, l’Università degli Studi di Ferrara e il Polo Museale Veneto con la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, mentre per la sezione base dedicata alla storia del profumo, si è valsa della collaborazione di Mavive, Museo del Profumo e del Costume, Palazzo Mocenigo Venezia.

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