Il restauro del Teatro Al Rabea. La rinascita di Mosul

Rinasce Mosul, capoluogo del governatorato di Ninive nell’ Iraq settentrionale, dopo la brutale occupazione del gruppo di integralisti di matrice islamica Daesh, durata dal 2014 al 2017 e che ha distrutto la città, la più importante del Paese, subito dopo la capitale Bagdad.

Nel Teatro Al Rabea, appena restaurato, l’8 aprile 2021 si è esibita la Watar Youth Orchestra di Ninive, diretta dal maestro Mohammed Mahmoud.

La performance, trasmessa in diretta streaming su Facebook, è stata accompagnata da vecchi video della città e dei suoi abitanti, per celebrarne la storia e commemorare coloro che hanno perso la vita durante il brutale governo del gruppo estremista.

Uno dei momenti più importanti del concerto, secondo thenationalnews.com, è stato quando il membro più giovane dell’orchestra ha eseguito al pianoforte Lux Aeterna e il tema del famoso film Requiem for A Dream, composto dal musicista britannico Clint Mansell.

Le immagini sui social media hanno mostrato un teatro pieno per il concerto, con il pubblico di funzionari governativi, attivisti e semplici cittadini che hanno fatto una standing ovation all’orchestra dopo un’esibizione, inevitabilmente, emotiva.

La creazione dell’orchestra fa parte del lento  risveglio culturale nella seconda città dell’Iraq dopo che l’ISIS è stato cacciato nel luglio 2017.

Mosul è stata gravemente colpita dall’occupazione del sedicente califfato islamico avvenuta tra il giugno 2014 e il luglio 2017 che ha distrutto anche gran parte del suo patrimonio archeologico e artistico.

Nonostante l’Iraq non abbia raggiunto la stabilità politica, Mosul, grazie anche alla cooperazione internazionale, sta tornando lentamente alla normalità anche attraverso il recupero della sua cultura e dei suoi luoghi storici sia per riappropriarsi delle sue radici e della sua identità sia per riacquistare l’attrattiva turistica.

Dal 2019 si lavora alla ristrutturazione della millenaria Moschea di Al-Nuri, grazie ai finanziamenti degli Emirati Arabi Uniti. Il monumento è uno dei più noti e importanti del Medio Oriente risalente – vuole la tradizione – al XII secolo, costruita per volere del condottiero Nūr al-Dīn Maḥmūd Zengī (1118-1174), personaggio storico che riuscì a riunire le forze arabe contro i Crociati europei.

Nel novembre scorso è stato riaperto il Museo Archeologico, pur essendo stato severamente depredato dai terroristi che hanno venduto molti dei suoi manufatti al mercato nero per finanziare la loro battaglia. Rimane tristemente famoso il video del Daesh datato 25 febbraio 2015, che mostrava la devastazione del Museo e degli altri siti archeologici dell’Iraq.

Violenza estrema, furia iconoclasta e saccheggi hanno severamente ferito l’Iraq, culla di civiltà, come ha ricordato papa Francesco nel corso della sua visita nel marzo scorso.

Qui a Mosul le tragiche conseguenze della guerra e delle ostilità sono fin troppo evidenti – ha detto Francesco che alla vigilia del suo viaggio aveva ricevuto l’appello dei cittadini che chiedevano a Sua Santità “di invitare tutti i Paesi del mondo a stare a fianco del popolo di Ninive ed impegnarsi nella ricostruzione di Mosul, che dopo più di 3 anni dalla sua liberazione rimane distrutta ed alcuni corpi sono ancora sotto le macerie”.

 

Immagini: Mosul – 1) 8 aprile 2021, concerto Watar Youth Orchestra  presso il Teatro Al Rabea, in occasione della sua restaurazione; 2) membri del sedicente califfato islamico Daesh mentre distruggono il Museo Archeologico durante l’occupazione della città (2014-2017); marzo 2021, visita di papa Francesco alla città 

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