Batteri. Alleati dell’edilizia biocompatibile
L’edilizia è uno dei settori a maggior impatto ambientale. È responsabile del 36% delle emissioni di gas serra, del 40% del consumo di energia, del 50% dell’estrazione di materie prime e del 21% del consumo dell’acqua. I dati ci sono forniti dall’Associazione senza scopo di lucro Green Building Council (Gbc) Italia nata per orientare il comparto verso le scelte sostenibili e l’innovazione tecnologica.
L’Associazione – che rientra della rete globale World Gbc presente in 70 Paesi, ha elaborato il proprio manifesto intitolato Un ambiente costruito sostenibile per l’Italia del futuro, dove espone le proprie proposte avanzate al Governo e alle Amministrazioni regionali e locali per un approccio condiviso per lo sviluppo edile sostenibile.
Partendo dal Piano d’azione per l’economia circolare della Commissione europea e al Nuovo Green Deal europeo per il clima che si propone la de carbonizzazione dell’area dell’Unione entro il 2050, il manifesto si poggia sui seguenti 7 pilastri:
de carbonizzazione;
economia circolare;
efficienza idrica;
uso del suolo e biodiversità;
resilienza;
benessere e salubrità;
giustizia nella transizione.
I materiali smart
Non si parte da zero. In Italia – come nel resto del mondo – da tempo vengono studiate, testate e utilizzate, anche se non ancora su larga scala, soluzioni che rispondono ai criteri menzionati e che abbiamo avuto modo di conoscere: costruzioni con la paglia, la pietra, la terra, con gli scarti di riso, il bambù, tanto legno fino alla casa stampata in 3D, impiegando o creando materiali smart.
Per smart s’intende ogni materiale che riesca a passare da una condizione statica a una dinamica e che reagisca agli stimoli esterni. Per questo oltre alle sperimentazioni frutto dell’incontro tra conoscenze del passato con l’innovazione tecnologia. Si osservano e si prendono anche dalle evoluzioni in altri campi, come in quello della fisica, quegli elementi sostenibili che si adattano all’edilizia.
Il grafene
Il grafene, per esempio, già utilizzato per gli asfalti antirumore ed ecocompatibili, ora viene testato insieme al calcestruzzo dai laboratori di ricerca dell’Italcementi come composto smart per il riscaldamento delle abitazioni: posto uno strato sotto la pavimentazione o all’intonaco, riscalda gli ambienti in modo meno invasivo grazie all’effetto joule (la trasformazione dell’energia da elettrica in termica).
L’autorigenerazione grazie ai batteri
E parlando di calcestruzzo, interessante e promettente è il prototipo creato dall’Università Tecnica (TU) di Delft (Olanda) nel 2015 (dopo 9 anni di ricerca) in grado di autorigenerarsi risolvendo il suo grande limite dell’impasto tradizionale, quello di fessurarsi per le tensioni e la poca resistenza agli agenti aggressivi, facendo arrugginire la struttura di acciaio sottostante. Il calcestruzzo olandese auto rigenera le proprie crepe tramite i batteri presenti nella sua composizione. I bacilli posti nella pasta di cemento, a contatto con l’acqua che penetra attraverso le crepe, proliferano e con il loro metabolismo formano strati di calcare che tappano le stesse fessure proteggendo le parti strutturali metalliche.
I batteri cooperano anche nella produzione dei bio mattoni (o natural beton) concepiti da un’azienda statunitense che li usa con la sabbia e il cemento naturale.
Un’azienda pugliese, invece, i bio mattoni li realizza usando un composto di calce e canapa, coltivata senza concimi chimici e fertilizzanti industriale: il prodotto finale e un mattone resistente al fuoco, all’umidità e alla condensa, ideali per l’edificazione di strutture ecocompatibili.
Il cemento e le vernice che mangiano lo smog
Degni di nota, infine, il cemento e le vernici che “mangiano lo smog”. Il primo si ottiene combinando la luce naturale con il principio attivo Tx active, che tramite il biossido di titano riesce a decomporre gli agenti inquinanti.
Il biossido di titano entra in gioco anche con la vernice Airlite, tutta italiana (famosa nel mondo, con 19 certificazioni internazionali). Il gas con l’aggiunta dell’acqua quando entra in contatto con una fonte luminosa (sole o luce artificiale) e con l’umidità nell’aria, forma barriere di ossidanti che decompone le sostanze organiche rendendole innocue. A Roma con l’Airlite sono stati realizzati importanti murales tra cui Outside composto dall’artista olandese JDL, inaugurato nel novembre 2020, a oggi il più grande murale ecologico d’Europa.
Immagini: 1) Abruzzo, Villaggio EVA- realizzato dallo studio romano di architettura BAG che progetta e realizza costruzioni in pietra, paglia, terra e legno; 2) calcestruzzo rigererante, prototipo creato dall’Università Tecnica (TU) di Delft (Olanda); Roma, murale Outside dell’artista JDL, considerato il più grande ecologico d’Europa
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