Addio a Guido Stagnaro. Ci “tremano i baffi” rimpiangendo la scatola magica

Giorno dopo giorno nell’elenco di morti per Covid si aggiunge un nome di qualcuno cui dobbiamo qualcosa. E quando quella persona ti ha lasciato ricordi piacevoli e felici il tuo dolore aumenta e rimpiangi di non averle parlato, molti anni fa, quando ti si era presentata l’occasione, durante un concerto operistico eseguito dai musicisti del Carlo Felice di Genova e tenuto nei giardini dell’hotel Castelli a Sestri Levante.

Eravamo sul finire dell’estate, la sera era ideale per ascoltare Verdi, Puccini, Rossini e Bellini. Intorno a noi volavano le note e le lucciole, l’insieme aveva qualcosa di magico. Veniva facile chiudere gli occhi, e pertanto anche chi ti sedeva accanto era un’entità sconosciuta. Eppure al riaccendersi delle luci l’incrociarsi gli occhi era come il comunicare la soddisfazione di aver partecipato ad un evento straordinario. Al termine del concerto alcune persone si avvicinarono al mio vicino di sedia per salutarlo e parlare con lui a bassa voce.

Quando, rientrati a casa, chiesi a mio padre chi era quel distinto signore, mi disse: “È Guido Stagnaro”.

Ero appena entrata nell’età di mezzo, quella che passa dalla fanciullezza alla gioventù. Vivevo in compagnia dei sogni e a quell’epoca era la televisione che ci aiutava a sognare, perché portava nelle nostre case quella leggerezza che andava di pari passo con la voglia di essere felici.

Per i più piccoli poi la Tv era una scatola magica che trasmetteva immagini e personaggi che ancora oggi tutti ricordano. Così quella battuta: “Cosa mi dici mai?” pronunciata da un topo, era diventata così familiare che ogni piccino la sapeva ripetere in moltissime occasioni.

Già, Topo Gigio, era un amico, un compagno di giochi, non un pupazzo, ma un divulgatore di parole buone e positive.

Abbiamo voluto ripensarlo oggi che uno dei suoi maggiori autori non c’è più e la sua mamma l’ha lasciato solo da non molto tempo. Vogliamo ricordare Guido Stagnaro che, dopo Maria Perego (creatrice con il marito, Federico Caldura, del personaggio), ha contribuito alla vita imperitura del nostro Gigio, rendendo al contempo la televisione un mezzo accessibile a tutti.

La fervida immaginazione di Stagnaro non ci regalerà più nuove favole (ne ha composte a centinaia), ma i programmi che lo hanno visto regista e sceneggiatore rimarranno nelle teche Rai come pilastri sui quali le nuove generazioni trarranno fonti di ispirazione ed insegnamento.

Sestri Levante, la città dove è nato il festival ed il concorso per le fiabe Andersen, non poteva che aver dato i natali a Guido Stagnaro e a Vito Molinari, padri di quella televisione che molti rimpiangono, perché oltre che portarci il mondo in casa era più di un elettrodomestico: mai muto e che ci parlava di quanto la vita potesse essere meravigliosa ad ogni età.

 

Immagini. In alto il celebre personaggio televisivo Topo Gigio; in basso gli artefici del suo successo. Da sinistra Guido Stagnaro (autore), Federico Caldura e Maria Perego, i creatori del pupazzo

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