25 gennaio, tre anni senza Giulio. La risoluzione del Parlamento Europeo
Il 25 gennaio 2019, per il terzo anno in oltre cento piazze italiane si accenderanno le fiaccole in ricordo di Giulio Regeni e per chiedere verità e giustizia sulla sua tragica sorte: Sparito il 25 gennaio 2016, il corpo di quello che era un giovane ricercatore della Cambridge University, in Egitto per completare il suo dottorato fu ritrovato privo di vita il 3 febbraio 2017.
Giulio Regeni è stato sequestrato, torturato, ucciso in Egitto.
Come è risaputo le indagini italiane sono state ostacolate dalle autorità egiziane con depistaggi, temporeggiamenti e promesse non mantenute e che hanno a loro volta generato ulteriori vittime.
Nel 2018, Giuseppe Pignatone, procuratore della Repubblica di Roma e titolare dell’inchiesta sul sequestro e sulla morte di Giulio Regeni, in una lettera aperta inviata al Corriere della Sera tracciava il punto della situazione rilevando i punti fermi sui quali prosegue l’inchiesta. Da allora uno è il fatto importante da aggiungere al quadro fornitoci dal procuratore. Il 29 novembre, al ritorno dall’ennesimo viaggio compiuto dagli inquirenti italiani in Egitto, la Procura di Roma ha concentrato la sua attenzione su 7 agenti dei servizi segreti egiziani (National Security). Gli agenti nord africani sono stati identificati dagli uomini di Ros e Sco, dopo aver compiuto le indagini tecniche sui tabulati telefonici dalle quali è emerso il loro controllo sui contatti, frequentazioni e i movimenti del giovane ricercatore fino al 25 gennaio 2016. Cinque dei 7 agenti sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Roma: il sospetto che grava su di loro è di sequestro di persona.
Il 13 dicembre 2018 il Parlamento europeo ha votato una risoluzione che prende atto del mancato rispetto dei diritti umani in Egitto e, quindi, chiede ai Paesi-membri “lo stop delle esportazioni di tecnologie di sorveglianza”. Ribadendo che il Parlamento europeo “continuerà a esercitare pressioni sulle autorità dell’Ue affinché si impegnino con le loro controparti egiziane a accertare la verità sulla morte di Giulio Regeni. I deputati ricordano anche che l’Egitto ha nuovamente respinto la richiesta della procura italiana di identificare gli agenti coinvolti nella scomparsa e morte del giovane ricercatore”.
Sempre il Parlamento europeo, l’8 marzo 2016 aveva approvato la risoluzione con la quale, oltre a condannare “fermamente le torture e l’assassinio in circostanze sospette del cittadino UE Giulio Regeni” rilevava che la morte del ricercatore friulano “non era un caso isolato, ma si era verificato in un contesto di torture e scomparse avvenute in Egitto negli ultimi anni”.
Le fiaccole delle piazze italiane organizzate da Amnesty International, saranno accese alle 19,41, l’ orario corrispondente all’ultimo sms inviato da Giulio alla fidanzata Valeriia Vitynska. Dopo solo il silenzio. E il ritrovamento del suo corpo privo di vita e martoriato.