Onu chiede al Venezuela di rispettare il diritto di manifestare

Liz ThrossellL’Agenzia Onu per i diritti umani chiede al Venezuela di rispettare la libertà di manifestare. In vista delle elezioni del 30 luglio 2017, convocate dal presidente del Paese sud-americano, Nicolás Maduro per eleggere l’organismo costituente, cresce la preoccupazione per una possibile escalation di violenze nel Venezuela.

Il portavoce della’Agenzia Liz Throssell, il 28 luglio 2017 dalla sede Onu di Ginevra, ha dichiarato “I desideri del popolo venezuelano di partecipare alle elezioni (del 30 luglio 2017 ndr), devono essere rispettati. Nessuno deve essere obbligato a votare e coloro che vogliono partecipare, devono poterlo fare liberamente. È inquietante che siano proibire le proteste fino all’1 agosto” ha detto Liz Thorssell, esortando il Governo venezuelano a gestire “qualsiasi manifestazione in conformità con le norme e gli standard internazionali”.
“Speriamo che le elezioni in programma per la prossima domenica si svolgano pacificamente e rispettando i diritti umani” ha aggiunto la portavoce Onu “ Per questo rinnoviamo la nostra richiesta alle autorità (venezuelane ndr), affinché garantiscano il diritto alla libertà d’espressione di ciascuno, comprese le associazioni e permettano le riunioni pacifiche. Esortiamo ogni venezuelano a farsi ascoltare solo attraverso mezzi pacifici”.

Le conseguenze delle elezioni del 30 luglio

Venezuela CostituenteIl presidente del Venezuela Nicholás Maduro ha convocato le elezioni per eleggere la maggioranza dei membri dell’Assemblea Nazionale Costituente, che dovrà riscrivere la carta costituzionale del Paese: un documento che sarà, prima di essere approvato, sottoposto al referendum popolare.
La coalizione delle opposizioni al capo dello stato venezuelano, riunite nella cosiddetta Mud, ha chiesto il boicottaggio delle elezioni e il 16 luglio 2017 ha chiamato il popolo venezuelano al referendum, simbolico come mero atto di “disobbedienza civile”.   Il risultato del referendum ha visto la maggioranza di “no”, ossia di contrari alla scrittura della una nuova costituzione. Ma l’affluenza è stata al di sotto delle attese: un numero di partecipanti non sufficiente per fermare le intenzioni del Presidente e la tensione che domina  il Paese ormai da tempo, in questa occasione ha provocato altre 2 vittime.

100 sono le vittime complessive avvenute nel corso delle manifestazioni, da quando Nicolás Maduro ha indetto le elezioni per eleggere l’organismo costituente.

Il Governo venezuelano ha proibito per 48 ore, dal 28 luglio  2017, ogni genere di manifestazione, con regole severe per chi dovesse trasgredire: dai 5 ai 10 anni di reclusione.  Un divieto che ha provocato la reazione odierna dell’Onu.  Condanne precedenti sono giunte dell’Europa e degli Stati Uniti. Secondo le agenzie internazionali il Venezuela è sempre più isolato, molte compagnie aeree hanno interrotto i voli per Caracas, capitale del Venezuela.

Le cause economiche e la deriva antidemocratica

Nicolas MaduroNicolás Maduro è  presidente del Venezuela dal marzo del 2013. Sotto la sua presidenza, il crollo del prezzo del petrolio (2014-2015) – al quale il sistema produttivo del Paese è fortemente collegato – ha generato gravi problemi economici che hanno portato alla scarsità dei generi di prima necessità e conseguenti razionamenti; nel 2015 l’inflazione ha toccato il 150% e nel 2016 l’aumento dei prezzi per la popolazione è diventato insostenibile.

I problemi economici uniti alle accuse di corruzione rivolte al Governo, hanno generato un diffuso e profondo malcontento, provocando continue manifestazioni, e violenti scontri di piazza.

Le opposizioni vogliono la destituzione di Maduro, il cui mandato naturale scade nel 2018. Il Governo Maduro ha reagito con durezza fino ad arrivare nell’aprile 2017 a privare il capo dell’opposizione, Henrique Capriles, dei diritti politici per 15 anni.  In quell’occasione Amnesty International ha accusato il Venezuela “di voler ridurre l’opposizione al silenzio attraverso le carceri preventive”, pubblicando il Rapporto sul Venezuela.  Antonio Guterres, segretario delle Nazioni Unite, ha lanciato il primo appello affinché si evitasse un’escalation di violenze e si riprendesse il dialogo fra le diverse parti politiche del Paese.

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