La memoria in marcia con Concetta Montinaro e Quarto Savona 15
Concetta Mauro Martinez è la vedova di Antonio Montinaro, caposcorta di Giovanni Falcone, che perse la vita nella strage di Capaci del 1992.
Quel 23 maggio , di venticinque anni fa, lungo l’autostrada A29, che collega Palermo a Mazara del Vallo saltarono in aria 2 macchine. In una viaggiavano il giudice Giovanni Falcone e la moglie Franscesca Morvillo, nell’altra i 3 agenti della scorta: Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.
Quello che resta della macchina che conduceva i coniugi Falcone, una Croma bianca, è stata assemblata e giace, custodita in una teca, a Roma, presso la Scuola di Formazione del Dipartimento Penitenziario.
I resti della macchina della scorta invece non hanno trovato finora una giusta sistemazione. L’intenzione è stata sempre di sistemarla nel museo all’aperto a Isola della Femmine, l’area esatta dove è avvenuta la strage. Il progetto di realizzazione degli architetti Valentina Carceri, Fabrizio Cassibba e Michele Giletto è stato approvato dalla Regione Sicilia già da molti tanti anni. Ma sarà che il destino di quel Comune è stato travagliato. fino a essere sciolto per mafia nel novembre del 2012, fatto sta che il giardino della memoria non è stato realizzato. E i resti, nel frattempo, sono stati ricoverati presso l’autoparco della Polizia di Messina.
Finché Concetta Mauro Martinez, da sempre testimone attiva contro la barbarie della mafia, stanca di aspettare, ha fatto prelevare quei resti, ed ha iniziato a portarli in giro per l’Italia, quando possibile, in una sorta di mostra itinerante. Un simbolo vivente attraverso il quale racconta e ricorda la morte del marito e dei suoi colleghi.
“Qui resti” spiega la vedova di Montinaro “valgono più di 10mila parole”. Da anni riceve l’aiuto dal Veneto, dove i resti della macchina giacciono, da quando Concetta li ha fatti prelevare da Messina e non può portarli con sé.
Nel Veneto, Concetta ha trovato il luogo ideale per la sua missione di testimone itinerante, che condurrà “finché avrò vita” come spiega, e il supporto delle istituzioni. Tomas Piccinini, attuale sindaco del Comune di Mozzecane, dalla metà della decade passata ha istituito la manifestazione “Per non dimenticare” con l’intento di “onorare quei servitori dello Stato vittime di terrorismo e criminalità organizzata e di sensibilizzare la cittadinanza al senso civico” dettato “ dai principi della nostra costituzione. Viaggia dal Sud al Nord d’Italia, Concetta, che non ha mai voluto lasciare la sua residenza di Palermo, dove vive con i figli ormai trentenni, perché la sua “presenza” nel capoluogo siciliano “deve dire tutto anche senza aprire bocca”.
Ma nel 2017 le cose sono cambiate. È nata l’Associazione Quarto Savona 15 dal nome della sigla radio della vettura della scorta distrutta a Capaci. Presentata a Milano durante la fiera dell’editoria nell’aprile 2017, Concetta Montinari ha spiegato che lo scopo che si propone l’Associazione è “di andare in tutte le scuole d’Italia per far capire ai ragazzi che cosa è successo nel ’92. E di lasciare come ricordo un braccialetto con il numero 100287 (seconda foto dal alto), i numeri riportati dal contachilometri della macchina al momento della strage. Perché, dice Concetta Montinaro chi lo indosserà “continuerà a far camminare quella macchina”.
In occasione del 25° anniversario della strage di Capaci, i resti di Quarto Savona 15, custoditi in una teca, lasceranno la Scuola di Polizia di Peschiera del Garda.
Grazie all’iniziativa La memoria in marcia, organizzata dall’Associazione con la collaborazione della Polizia, il 1° maggio 2017 la teca ha iniziato il suo viaggio per tornare a casa. Dopo le tappe a Sarzana (SP), Pistoia, Riccione, Monte San Giusto (Macerata), Napoli, Vibo Valentia e Locri (RC) la teca, il 23 maggio, sarà a Palermo.
Si fermerà alla caserma Lungaro da dove uscirono quel tragico giorno i 3 agenti della scorta e da dove si muoverà per terminare, finalmente, il suo lungo percorso all’Isola delle Femmine nel Giardino della memoria, i cui lavori per la realizzazione sono iniziati nel febbraio 2017. A 25 anni dalla strage di Capaci e grazie alla costanza e alla pervicacia di Concetta e di tutte le persone che non dimenticano.
Nota: nell’ultima foto dall’alto, da sinistra in senso orario: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani