Start up. L’impresa che farei
Per favorire lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali; per stimolare le nuove generazioni a cercare soluzioni innovative ed ecosostenibili, troviamo il concorso START UP “L’impresa che farei”.
Per favorire lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali; per stimolare le nuove generazioni a cercare soluzioni innovative ed ecosostenibili, troviamo il concorso START UP “L’impresa che farei”.
Chiuse le iscrizioni per i corsi universitari a numero programmato, Come ogni anno, ci si interroga sull’opportunità o meno di uno sbarramento che può occludere il panorama formativo-professionale a tanti giovani, sebbene ci sia sempre una seconda possibilità e i cosiddetti “Piani B” che con determinazione e focalizzazione si tras-formano in “Piani A”.
L’ influencer, lavoro recente nato dal web che fa muovere un giro d’affari mondiale da un miliardo di euro l’anno, rappresenta l’aspirazione di molti giovani tanto che l’Università di Madrid ha elaborato un corso specifico che inizierà a ottobre 2018
“I giornali non si vendono più”. Quante volte sentiamo giornalisti, editori, operatori dell’informazione che, sospirando, dicono questa frase? Spesso. La risposta? Secondo uno studio stilato sotto l’egida dell’Università del Texas, la risposta migliore da dare alla crisi è fare del giornalismo costruttivo. Ma siamo sicuri che sia giornalismo e non politica?
Innovare la didattica è tra le maggiori sfide della relazione educativa di ogni tempo. Una scuola in grado di sviluppare competenze e conoscenze in modo naturale rappresenta una sfida ardua ma stimolante per docenti ed educatori. E il rinnovamento può partire proprio da una più stretta connessione tra docenti dell’Università e della scuola secondaria di II grado. “La scuola Arduino” e il “Piano di lauree Scientifiche” ne sono un esempio.
Il Miur ha comunicato proprio in questi giorni le date e i numeri dei posti disponibili per i corsi di laurea ad accesso programmato a livello nazionale. Aumentano i posti messi a disposizione per gli studenti che anelano a diventare medici, architetti, odontoiatri e veterinari. E gli studenti si interrogano