Venezuela. Verso l’indagine per crimini contro l’umanità
I ministri degli Esteri di Argentina, Colombia, Cile, Paraguay e Perù il 24 settembre 2018 chiederanno alla Corte Penale Internazionale (ICC) di avviare l’indagine preliminare sui crimini commessi contro l’umanità in Venezuela. L’ha rivelato il vice-ministro peruviano Hugo de Zela (nella foto a lato) all’agenzia di stampa Efe.
Già nel maggio 2018 un rapporto di 400 pagine redatto da un gruppo di esperti nominato dal segretario dell’OSA (Organizzazione degli Stati americani), Luis Almagro, affermava che esiste “una ragionevole fondatezza” per segnalare il Governo del presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, alla Corte Penale Internazionale. Il rapporto accusa lo stesso Maduro, le Forze Armate e alcuni membri del Governo come i “responsabili intellettuali della repressione contro il nemico interno”; repressione esercitata attraverso “detenzioni di massa, sparizioni forzate, omicidi, torture, violenze sessuali e persecuzioni commesse dai subalterni lungo tutta la catena di comando civile e militare”, con “l’intenzione politica di esercitare il controllo sociale” su una parte della popolazione.
Ma l’OSA, come istituzione, non ha la facoltà per richiedere alla Corte Penale Internazionale di avviare un’inchiesta. C’è l’ha invece qualunque Paese membro dell’Organismo panamericano: da qui l’iniziativa dei 5 Stati citati che verrà ufficializzata il prossimo martedì.
Esattamente poco più di un anno fa nel corso al Vertice svoltosi a Lima (Perù – agosto 2017) convocato per discutere la questione venezuelana, 12 dei 16 Paesi sudamericani presenti avevano sottoscritto un documento che ha dichiarato “illegittima” l’Assemblea Costituente voluta da Nicolás Maduro (a destra nella foto a lato), colpevole di aver trasformato il regime di governo venezuelano “in una dittatura”, come disse allora Ricardo Luna, ministro degli Esteri peruviano. Il documento del vertice di Lima è stato firmato dai seguenti Paesi: Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Messico, Panama, Paraguay e Perù.
Dal 2015 sono circa 2 milioni e mezzo i venezuelani che hanno lasciato il loro Paese a causa del regime Maduro e della grave recessione economica.