L’Italia non riconosce la Costituente venezuelana
Nonostante il divieto imposto dal Governo Maduro, il Venezuela, al voto il 31 luglio 2017 per le elezioni dell’Assemblea costituente, ha manifestato è il numero delle vittime ha superato, nell’arco di poche ore, il numero di 10. Sale cosi a oltre 120 il numero delle persone che hanno perso la vita durante gli scontri di piazza da quando il presidente Nicolás Maduro – nell’aprile scorso – ha indetto il referendum per la costituente; referendum contestato e boicottato dalle opposizioni.
Il risultato delle elezioni del 31 luglio 2017, secondo la Commissione nazionale elettorale, ha visto votare il 41,5% degli aventi diritto, corrispondenti a oltre 8 milioni di persone. Mentre per le opposizioni si è recato alle urne soltanto il 12-13% dell’elettorato, poco più di 2 milioni di persone.
Per il presidente Nicolás Maduro (nella foto in alto), quindi, la Costituente nasce con “grande legittimazione” popolare e ha dichiarato che prenderà severe misure contro chi scenderà in piazza contro il Governo. Le opposizioni hanno annunciato che continueranno a protestare.
Ma il 2 agosto la società Smartmatic, che ha gestito il voto elettronico di domenica 31 luglio 2017, ha dichiarato di aver constatato la manipolazione sui dati dell’affluenza di almeno 1 milioni di voti. La società non ha dubbi in merito, perché, come ha dichiarato a Londra il suo amministratore delegato, Antonio Mugica (nella foto a lato), si basa “ sulla capacità del nostro sistema e sulla robustezza del nostro metodo”, aggiungendo che le elezioni si sono svolte in assenza degli osservatori dell’opposizione, ritenuti indispensabili nella vigilanza della correttezza del voto. La Smartmatic è una società venezuelana che fornisce le apparecchiature elettroniche per le elezioni venezuelane dall’era di Hugo Chavez, precedente alla presidenza Maduro. Negli anni è diventata una società leader che, oltre al Venezuela, offre lo stesso servizio in tutto il mondo.
Sono molti i Paesi che non riconoscono la validità del voto del 31 luglio 2017. Fra questi l’Italia. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni (nella foto a lato), intervistato dal Tg5, ha dichiarato che “in Venezuela c’è una situazione al limite della guerra civile e di un regime dittatoriale. Una realtà che l’Italia non riconoscerà, così come non riconoscerà l’assemblea costituente voluta da Maduro”.
Il presidente del Consiglio ha poi ricordato i 130mila italo – venezuelani che “vivono in condizioni molto precarie” verso le quali l’Italia si “muoverà sul piano diplomatico e su quella della difesa dei nostri connazionali”.
Il 2 agosto 2017 anche l’Unione Europea per voce del capo delle diplomazie Ue, Federica Mogherini, ha dichiarato che l’Unione non riconosce la Costituente venezuelana perché i membri dell’Unione “sono preoccupati della sua effettiva rappresentatività e legittimazione e per la notizia che i capi dell’opposizione siano stati portati via dagli arresti domiciliari ”.
Nonostante le critiche della comunità internazionale e le violente proteste nel Paese, il 3 agosto 2017 il presidente Nicolás Maduro ha inaugurato l’inizio dei lavori dell’Assemblea Costituente.