Tilos: il sogno dell’indipendenza (energetica) di un paradiso della biodiversità

La previsione dell’impatto ambientale delle iniziative imprenditoriali e dei progetti richiede processi politici trasparenti e sottoposti al dialogo, mentre la corruzione che nasconde il vero impatto ambientale di un progetto in cambio di favori spesso porta ad accordi ambigui che sfuggono al dovere di informare ed a un dibattito approfondito (da Laudato Sì – Papa Francesco)

MAR EGEO – Tilos, piccola isola greca immersa nell’Egeo e spersa nel Dodecaneso, vuole l’indipendenza. Ma Tsipras e il suo governo di Atene possono dormire sonni tranquilli (anzi: soddisfatti): l’indipendenza che vuole questo piccolo, meraviglioso, biodiversissimo lembetto di terra avvolto da uno dei mari più belli del Mondo non è politica: è energetica.

Perché Tilos è un’isola che ha un problema storico: i blackout. Eventi che rendono piuttosto complessa la vita dei 535 residenti, e soprattutto dei quasi 13mila turisti annui che frequentano questo piccolo paradiso sospeso nell’acqua, a metà tra le ben più affollate Kos e Rodi, non molto distante dalla costa turca. Blackout dovuti alla completa dipendenza dell’isola dal cavo sottomarino che la collega, come fosse un cordone ombelicale bizzoso, a Kos. Almeno, fin’ora.

Perché Tilos ha deciso, e grazie all’Unione europea, il sogno dell’indipendenza energetica è divenuto realtà. Ne davano già notizia i siti specializzati nell’estate del 2017: grazie allo stanziamento da quasi 12 milioni di euro di Bruxelles Tilos può sognare rinnovabile.

Con una piccola stazione combinata vento/sole, l’isola può fare benissimo da sola. Soprattutto, può fare da sola grazie ad un cuore tecnologico del progetto che ne fa un vero e proprio sogno a cielo aperto, che potrebbe divenire un modello: delle batterie ibride e connesse. Con una centralina molto smart, e con contatori speciali che gli abitanti di Tilos si sono visti installare nelle proprie case, queste batterie non sanno solo immagazzinare, ma sono capaci anche di rilasciare energia in maniera intelligente. Rendendo così sufficiente l’installazione di un polo vento/sole quanto più piccolo (e quindi meno invasivo) possibile.

Perché Tilos non è un’isola come tutte le altre. I suoi 63 chilometri quadrati di terra emersa sono infatti uno spettacolo assoluto e unico di biodiversità. I 535 residenti, infatti, convivono con 150 specie diverse di uccelli e ben 650 tipi diversi di piante. Una varietà che ha fatto decidere ai combattivi, orgogliosi abitanti di chiedere ed ottenere l’istituzione su quasi tutta l’isola di un’area protetta, con tutti i vincoli che ne conseguono. E che ha fatto diventare l’isola un modello di turismo very slow, attento e rispettoso, alla ricerca di paradisi, più che di baldorie. Un modello che ora potrebbe diventare continentale.

Perché Tilos, nei piani di Bruxelles, potrebbe e dovrebbe diventare una regola: in Europa ci sono moltissime isole che corrispondono alla descrizione di questo gioiellino greco: piccole, non molto abitate, ma con picchi di fabbisogno energetico derivanti da turismo e stagionalità. Quante, anche solo in Italia, potrebbero diventare delle piccole Tilos? Sognare per credere: intanto, dal 2019, questo simpatico, grintoso paradiso, sarà indipendente. Di un’indipendenza – finalmente – sana. Che unisce tutti…

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