Theresa May: nostalgica della caccia alle volpe
La notizia campeggiava sulla prima pagina del britannico Dayly Mirror il 10 maggio 2017. Un rappresentante del partito Tory della Camera Alta britannica, Benjamin Mancroft, sta portando avanti una campagna a favore dell’eliminazione del bando, risalente ormai a 13 anni fa, che ha introdotto molte restrizioni alla caccia alla volpe.
Theresa May (nella foto a lato), premier e appartenente allo stesso partito, appoggia la mozione Mancroft senza indugi e promette che la questione passerà al vaglio del libero voto dei deputati.
La prospettiva del ritorno all’antica tradizione, ha suscitato le ire degli animalisti: la Rspca, l’associazione per la protezione animale non ha esitato a giudicare la caccia alla volpe, una “pratica barbara e brutale che non deve avere posto in una società civile”. Ha rincarato la dose la League Against Cruel Sports per la quale “è una vergogna che il Parlamento perda tempo” per una simile questione.
Contraria anche l’opinione pubblica. Secondo l’ultimo sondaggio l’84% dei britannici si è dichiarato sfavorevole al ripristino delle antiche regole.
Contenta, invece, l’élite di campagna, grande sostenitrice del partito Tory, che nel corso di questi ultimi 1e anni, si è profusa in vari tentativi per riportare la caccia alla volpe tal quale com’era. Tentativi sempre falliti: anche perché all’interno del partito conservatore ci sono sostenitori della legge restrittiva del 2004.
L’opposizione della Corte Europea dei Diritti Umani
Le restrizioni alla caccia alla volpe sono state volute dal Governo laburista di Tony Blair nel 2004 (foto a lato) ed entrate in vigore nel 2005. Prevedono l’abolizione della caccia con le mute dei cani, rendendo lo sport quasi impraticabile.
Negli anni scorsi l’associazione inglese Countryside Alliance e Brian Friend sono ricorsi alla Corte Europea dei Diritti Umani – dopo un tentativo fallito in patria – sostenendo che le norme nazionali del Regno Unito del 2004 sono una violazione dei loro “diritti” e che questo tipo di caccia è espressione tradizionale di una comunità “con un’identità sociale e culturale degna di tutela”. La Corte di Strasburgo all’unanimità ha rigettato il ricorso decretando che qualsiasi contestazione del divieto governativo del Regno Unito è inammissibile posto che “il divieto è stato messo in atto per eliminare la caccia e la uccisone di animali per sport in modo che causano sofferenza e che sono moralmente discutibili“.
Breve storia della caccia alla volpe
La pratica venatoria ha lontane origini e deriva dalla necessità di abbattere le volpi che facevano incetta di animali da cortile. Nelle campagne inglesi i contadini le cacciavano con l’aiuto dei propri cani. La prima testimonianza storica della pratica è datata 1534. Dopo poco più di un secolo, gli allevatori dello Yorkshire avevano selezionato una razza canina atta alla caccia alla volpe: la Bilsdale.
Con il tempo la caccia si è evoluta fino a diventare lo sport preferito degli aristocratici di campagna. La caccia alla volpe si pratica da maggio a ottobre; si svolge nell’arco di una giornata, richiede il coinvolgimento di molte persone sia a cavallo sia a piedi. Ogni partecipante indossa un abito particolare secondo del ruolo che svolge nell’ambito della caccia. Gli uomini sono accompagnati da una muta di cani dall’olfatto particolarmente sensibile che seguono le tracce della volpe. Il tipo di volpe prevalentemente cacciata nel corso del tempo è stato la volpe rossa, che quando corre può raggiungere una velocità fino ai 48 chilometri orari. L’animale viene inseguito dal gruppo degli uomini sia a piedi sia a cavallo e dal branco di cani, fino a che, sfinita, viene catturata e uccisa.