La Svizzera approva la legge contro l’omofobia
La Svizzera approva la legge contro l’omofobia. Il 3 dicembre 2018 il Consiglio nazionale (Camera del popolo) elvetico ha avallato definitivamente il procedimento antirazzista esteso alle discriminazioni sull’orientamento sessuale, già approvata dal Consiglio degli Stati (Camera dei Cantoni) nel novembre scorso.
La legge, dicevamo, è l’integrazione dell’articolo 261 bis del Codice penale che prevede per i colpevoli di aggressioni, dichiarazioni e insulti omofobi (fonte: svissinfo.ch) una pena carceraria di un massimo di 3 anni e la sanzione pecuniaria.
Le associazioni di genere però, non potranno fare ricorso, perché continueranno a non essere considerate “parti in causa”, mentre la legge non contempla le persone intersessuali e trans gender, ossia l’identità di genere, definita “troppo vaga”, per essere penalmente perseguibile. Per questo, pur considerando il voto del 3 dicembre un grande passo avanti contro il razzismo, il percorso della legge non è considerato completato.
Autore della legge approvata è il deputato del Partito Socialista Svizzero, Mathias Reynard, il quale, in merito al mancato riconoscimento per l’identità di genere ha precisato che “secondo alcuni giuristi l’articolo può essere utilizzato anche nei caso di aggressione transfobica” se i tribunali lo interpreteranno in “senso lato”.
E in Italia?
Nel nostro Paese, la proposta di legge al titolo breve contrasto all’omofobia e alla transfobia è ferma al Senato da 5 anni, dopo aver ottenuto l’approvazione alla Camera nel settembre del 2013.
Il testo (DDL 1052) prevede l’introduzione del reato di discriminazione e istigazione all’odio e alla violenza omofobica o transfobica, punibile con reclusione e sanzioni pecuniarie.
Anche il vuoto legislativo alimenta gli atti di intolleranza espressi con violenze fisiche, aggressioni verbali, derisioni, minacce, atti di bullismo e, per ultimo ma non ultimo, di diffamazione.
Secondo i dati raccolti da Arcigay sono centinaia le persone che ogni anno rimangono vittime di abusi per il loro orientamento sessuale. Dati che si rifanno soltanto ai casi denunciati.
E considerato che siamo nei giorni della commemorazione dei 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ricordiamo che la discriminazione per l’orientamento sessuale è stata ribadita nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea o Carta di Nizza, inserita all’interno del Trattato di Lisbona.
La Carta prevede l’uguaglianza tra i principi fondamentali dell’Ordinamento europeo non solo davanti alla legge (art. 20) ma anche come diritto a non essere discriminati sulla base di caratteristiche soggettive costituite dall’identità delle persone (artt. 21 e 23).