L’Onu avvia un’indagine in Myanmar sugli abusi contro i Rohingya

esercito-del-myanmarLe Nazioni Unite  hanno pubblicato un report che fotografa e denuncia la situazione dei Rohingya, ulteriormente aggravata nel corso della prima settimana di Gennaio 2017.
I dati riportati dal rapporto parlano di ormai 65mila persone della minoranza islamica rifuggiate nei campi profughi nel sud del Bangladesh, provenienti dallo stato di Rakhine (Myanmar). Di questi sono 22mila sono i Rohingya che hanno attraversato il confine negli ultimi giorni.

Continua il loro esodo, quindi, dopo la recrudescenza della repressione del Myanmar a loro danno per i fatti dell’ottobre scorso. Come denunciato dalla lettera aperta firmata da uomini illustri di provenienza mondiale indirizzata alla stessa Agenzia delle Nazioni Unite, l’Onu conferma che i militari birmani stanno portando avanti contro i rohingya, una spietata operazione per individuare i responsabili dell’insurrezione rohingya dell’ottobre 2016 che ha comportato la morte di 9 agenti della polizia birmana,   infliggendo alla comunità stupri,  omicidi di massa e distruggendo le loro abitazioni, come riportano i gruppi di difesa dei diritti umani.
Questi ultimi levano ancora una volta la loro voce, riprese  dal report – Onu, per chiedere che le violenze perpetrate ai Rohingya, siano configurate come crimini contro l’umanità, come richiesto anche dai firmatari della lettera aperta sopra citata.

Sempre nella prima settimana di gennaio 2017 è giunta la relazione intermedia della Commissione istituita dal governo del Myanmar, per indagare sugli abusi del proprio esercito nei confronti della minoranza islamica perseguitata. Al momento è negata l’esistenza di prove di genocidio e considerate insufficienti quelle riferenti all’accusa di stupri. L’accusa di genocidio, sostiene la Commissione, viene respinta perché molti Rohingya vivono tutt’ora nello stato di Rakhine e gli edifici islamici non sono stati distrutti. La relazione completa della Commissione, guidata dall’ex generale Myint Swe, sarà pubblicata alla fine di gennaio 2017.

Da segnalare infine che da lunedì 9 gennaio 2017, Yanghee Lee, inviato Onu per i diritti umani in Birmania è in loco per avviare un’indagine dell’Agenzia delle Nazioni Unite sulle accuse contro i militari dell’esercito birmano.  Yanghee Lee rimarrà in Myanmar per 12 giorni.

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