Italiani nel mondo. Ghirardelli e il processo Broma

Parliamo di cioccolato, nulla c’è di più dolce al palato! Ed è forse per questo che il conduttore televisivo Fabio Fazio con l’imprenditore Davide Petrini, in ricordo della sua infanzia, è intervenuto per salvare l’azienda di cioccolato Lavoratti di Varazze. Una fabbrica, marchio di una tradizione italiana che ha raggiunto l’eccellenza in Italia ed all’estero.

Dei quadretti di cioccolato fasciati in carta argentata con una prerogativa: premio per i bambini per ogni volta che si comportavano bene, che prendevano un bel voto così come un modo per celebrare un ricorrenza in età adulta. Per non parlare del cioccolatino boero sempre pronto a trasmettere tra gli innamorati la voglia  di amarsi.

Lavoratti divenne famosa proprio per quel cioccolatino inventato dalla ditta ligure e che ha fatto sì che quel marchio fosse sinonimo di grande qualità. Ci vuole amore, pazienza, esperienza, semplicità per lavorare il cacao ed Aliberto Lavoratti ebbe l’intuizione giusta nel 1938, diventando un gran cioccolataio. Lo slogan che da sempre ha accompagnato la produzione è davvero un invito al quale non si può rinunciare: “ Segui le persone buone e troverai prodotti buoni”.

Allora capita che sulle tracce del racconto di una cara amica delle sue recenti vacanze in California di scoprire che se il Ponente ligure ha dato i natali a Aliberto, il versante di Levante non è stato da meno perché a Rapallo è nato, nel febbraio del 1817, Domenico Ghirardelli.

Questo  emigrante italiano, dalle grandi iniziative, figlio di un mercante di spezie genovese, fondò a San Francisco la Ghirardelli & Sons Chocolate Company dopo essere cresciuto in gioventù nella famosa ditta dolciaria Romanengo di Genova.

Lasciò l’Italia nel 1937 a vent’anni, giunse in Uruguay ma scelse di vivere in Perù, dopo la morte della giovane consorte in un incidente stradale, e da lì il suo nome divenne Domingo.

A Lima aprì una confetteria,  ma nel 1849 pensò di diventare ricco avventurandosi nella ricerca dell’oro. Non fu una scelta felice, però la seppe sfruttare al meglio vendendo i suoi prodotti proprio ai ricercatori e ne trasse un forte vantaggio economico.

E proprio in California nel 1852 cominciò a produrre il cioccolato e riuscì a brevettare nel 1884. il processo Broma, una tecnica con la quale si potevano separare i semi di cacao dal burro tramite sgocciolamento e così originare il vero cioccolato.

I suoi cioccolatini White Caramel, Intense Dark, Milk Caramel, e Sea Salt Caramel  erano una vera delizia, così come i gelati ed altre leccornie, e da quel momento con il General Store di  Stockton  divenne ricco e incrementò la sua produzione con la vendita di vini, caffè, spezie e liquori, che furono trasportati in tutto il mondo con la sua flotta di 30 navi.

Il richiamo delle sue origini lo fece ritornare a Rapallo nel 1892, ma colpito da una grave influenza morì nel Tigullio il 17 gennaio 1894. Le sue spoglie, per volere dei 7 figli, rientrarono a Oakland e furono deposte nel cimitero di Mountain View.

San Francisco ne onorò la memoria dedicandogli una piazza nell’area portuale e i laboratori e le pasticcerie esistenti anche ai giorni nostri recano ancora l’insegna Ghirardelli.

L’industria svizzera Lindt acquistò i suoi grandi negozi e quel cioccolato è uno dei prodotti di un emigrante italiano  fra i più famoso al mondo. Perché ancora oggi un ‘bacio’ o un ‘boero‘ rendono la vita più dolce e lieta.

Come leggiamo sul sito della Lindt: “Ghirardelli, con la sua creatività e passione per la qualità, si è rivelata perfetta per Lindt & Sprüngli e fa parte del portafoglio del marchio dal 1998.”

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