Canada. Il meeting point della creatività e del genio italiano

Si dice che gli occhi sono le specchio dell’anima, che uno sguardo dice più di mille parole. Perché allora si rimane affascinati dalla scultura di Giovanni Strazza (1818-1875), dove la Vergine ha le palpebre abbassate ed il capo coperto da un velo?  Il tutto è talmente bello che scende dentro di te, è come un mistero che apre la tua curiosità verso il voler sapere qualcosa di più, e perché sentirsene posseduti è già un passo verso qualcosa di incredibilmente invisibile.

Ripartiamo allora da quando lo scultore cominciò l’opera alla metà del XIX secolo mentre si trovava a Roma, e seppe incidere sul marmo di Carrara quell’immagine che gli suggeriva l’idea di una fede intrecciata con la bellezza di Maria e che già San Tomaso definì Pulchrum est quod visum placet. E siccome la fede è un qualcosa di invisibile, mentre la bellezza è il contrario, ecco che questa statua centra in pieno le due cose e le riunisce in comunione con il trascendente. Giovanni Strazza è riuscito così a farti vedere cosa c’è dentro all’immagine di questa donna e ti ha lasciato la possibilità di scoprire quel segreto ed intimo dolore accolto ad occhi chiusi dandoti il senso di un imminente crollo, quasi che subito dopo non ci potesse essere più nulla. E’ come se il suo scalpello avesse inciso la bellezza di quel volto lasciandolo nel contempo intatto. Il velo è qualcosa di diafano che vuol coprire ma non nascondere il contorno del viso, pertanto l’opera appare ai nostri occhi viva e sottolinea l’eccezionale purezza della pietra senza peraltro rimarcarne la durezza.

Da Roma questa scultura fu portata in Canada nella provincia di Terranova e Labrador per opera del vescovo Mullock che la definì una gemma d’arte perfetta, dove trovò sistemazione nella capitale San Giovanni di Terranova, ex colonia inglese, nel convento delle suore della Presentazione al Tempio vicino al sito archeologico Norreno ove esiste la fortezza di Signal Hill. E qui si riallacciano i rapporti con l’Italia.

Nel 1901 un giovanissimo Guglielmo Marconi, proprio a Terranova, sperimenterà la possibilità di inviare messaggi senza l’uso dei casi elettrici ed impiantò una stazione ricevente tra una sponda e l’altra dell’Oceano.

La collina da allora si chiama Hill Signal proprio perché l’impianto composto da nichel e argento e portato in alto da un aquilone favorì il collegamento morse con Poldhu in Cornovaglia. Si realizzò la prima comunicazione wireless transatlantica, a distanza di oltre 3000 km; con questo esperimento Marconi dimostrò di poter superare la curvatura della crosta terrestre che tanti ritenevano impossibile. E iniziò la storia della radio.

In questa terra canadese è comparsa anche la razza del cane labrador, che veniva usato per trasportare il pesce catturato ed era indispensabile per recuperare in mare le reti e le altre attrezzature, essendo un abilissimo nuotatore. Quindi non sorprende come questa provincia abbia due nomi: Terranova e Labrador.

Ma tornando alla Vergine Velata non possiamo non lasciarci sedurre da questa scultura e naturalmente la colleghiamo alle altre immagini di autori che hanno coperto i volti od i corpi di alcune loro opere quali Antonio Corradini, Giuseppe Sanmartino, Innocenzo Spinazzi, Raffaele Monti e Giovanni M. Benzoni. Più l’arte ci viene incontro, più scopriamo che non si può prescindere dall’amarla, la bellezza ci parla in linea diretta, e alla fine dobbiamo riconoscerla come una rivelazione comparabile ad un amore eterno.

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