Trekking. Per vivere la natura in modo diverso
Come è bello fare trekking. Ma che cosa vuol dire trekking? È una parola inglese entrata ormai nel comune parlare di giovani, adulti, sportivi e no. Il suo vero significato è camminare lentamente in mezzo alla natura, lungo percorsi fatti di sentieri, mulattiere. Il risultato che si ottiene è fare attività motoria alla quale si abbina lo studio del paesaggio, un passatempo piacevole e la scoperta di nuova informazioni sugli uccelli e sulle piante; si volge lo sguardo verso un mondo poco conosciuto, ci si immerge in un silenzio fatto di piccoli rumori come la caduta di una foglia, il frusciare del proprio passo su di un sentiero coperto di arbusti, il chioccolare di un fringuello o il fischio di un merlo che disturbato vola da un ramo all’altro.
Talvolta questi percorsi vengono fatti a cavallo, in mountain bike, su canoa se c’è un torrente o un piccolo lago, oppure affrontando brevi arrampicate che familiarizzano coll’alpinismo.
Chi si prepara a queste camminate deve avere un abbigliamento consono, sia dal lato delle calzature che degli articoli preposti a prevenire eventuali mutamenti del tempo. Non deve mancare nello zaino un Kit di pronto soccorso per eventuali cadute e/o punture di insetti, un’abbondante scorta d’acqua e poi mai dimenticare il proprio telefonino con la ricarica fast charging.
Quando tutto è pronto si parte, ma è consigliabile affidarsi ad una guida preparata e competente del territorio e che sappia leggere la carta topografica di tutto il percorso di ogni tracciatura dei sentieri che riportano solitamente un simbolo colorato. A noi piace il giallo che ci accompagnerà sulla via della seta e della lana attraverso l’Appennino tosco emiliano: da Prato a Bologna e dintorni.
I nostri ricordi, mai cancellati, riaffiorano e così rivedi quel tratto di autostrada che, lasciata l’uscita di Prato, ti conduceva a Pian del Voglio, a Barberino del Mugello, per discendere poi verso Sasso Marconi e sostare al ristorante Da Ruggero. Sono flash di una vita piena di incontri, serate piacevoli con amici, a parlare di calcio e molto altro.
Dal 2018 è stata aperta la via degli Dei e l’Alta via dei parchi, chiamata della seta e della lana, un percorso lungo 132 km, che ha un fascino particolare, dove l’agricoltura si sposa con l’energia pulita ed il riuso. A piedi l’hanno percorsa 4.000 persone, incantate da un paesaggio in caleidoscopio, che li ha portati alla scoperta del verde dei boschi e dell’azzurro del cielo, compagni di camminata che danno molto senza chiedere nulla in cambio, ricordandoci che il mondo è davvero bello.
Partendo da Prato, città di Cavalciotto, capitale della lana e del tessile, fino a Bologna città della Chiusa, della seta e dei canali, attraverso sentieri battuti e spiazzi panoramici si vedrà Porretta Terme sulla destra e Barberino del Mugello sulla sinistra fino a Montovolo dove è il santuario della Beata Vergine della Consolazione del XII secolo. C’è poi Grizzana Morandi, Castiglione dei Pepoli e Vernio tutte località che invitano a incontri enogastronomici affidabili piacevolissimi e consigliabili per tutti.
Scendere verso Casalecchio di Reno vuol dire vedere Villa Toiano del 1559, a seguire la Dolina dell’Inferno, tuffarsi nei giardini del Casoncello, il Bosco di San Michele ed il sentiero dei Sassaroli.
Sono tutti itinerari per coloro che amano fare trekkin, ricchissimi e pieni di continue scoperte. Camminare e respirare l’aria pura non solo fa bene ai polmoni, ma fa comprendere come la natura regala tutto di sé e, spesso, non sappiamo nemmeno ringraziarla per quanto ci dona.
Quando il freddo comincerà a rallentare la sua morsa, riprendiamo a mettere in moto i nostri muscoli, la via della lana e della seta ci aspetta. Buona passeggiata a tutti!
Immagine 2) Casalecchio di Reno (Bologna)