Mirall. Lo specchio incorporeo dell’uomo
Intricate combinazioni di metallo, luce e altri materiali che creano eteree sculture piene di luce, ma dal forte richiamo evocativo in una suggestiva connessione tra periodi storici e le diverse culture.
Il loro autore – Jaume Plensa classe 1955, nativo di Barcellona (Spagna), conosciuto a livello internazionale -, “esploratore” del rapporto-relazione tra la forma umana e la spiritualità, dedica alla scultura nello spazio pubblico, una parte considerevole della sua produzione artistica.
Paradigmatico della sua arte l’ultimo progetto, Mirall (in catalano, specchio), attualmente esposto a La Llotja di Palma de Mallorca che si articola in una fusione di specchi e riflessioni letterarie e metaforiche che pa esaminano i temi dell’identità e dell’umanità.
La connessione tra i tempi, di cui dicevamo è nel luogo di accoglienza dell’installazione, La Llotja, maestoso edificio gotico, costruito nel XV secolo, che contiene passato e presente; ieri Borsa merci, oggi sede del governo autonomo delle isole Baleari, nonché vivace centro culturale. Luogo simbolo, dunque, ieri come oggi “delle condizioni economiche e sociali”, usando le parole dello stesso Plensa.
Due teste pensili che si guardano e chiedono silenzio all’interno della Llotja, con un proprio nome: Invisible Laura e Invisible Rui Rui.
I due tempi suddetti sono rappresentanti, dunque, da queste due sculture in acciaio che fluttuano nell’aria, emblemi della riflessione dell’autore sui problemi attuali e al tempo stesso, a dispetto dell’ invisibilità che le definisce, “caricano lo spazio di corpo e anima, luce e oscurità, opacità e trasparenza”, affiancando un terzo tempo: il futuro”, come evidenzia l’autore.
Le sculture, una dinanzi all’altra con le dita sulle labbra, invitano il visitatore al silenzio, a prendersi un momento di pausa – nonché di introspezione e riflessione – dalla velocità, spesso inutilmente vorticosa, dal modo di vivere odierno e di riappropriarsi della propria dimensione più umana.
“Da molti anni la mia ossessione è il modo in cui guardiamo l’altro; incontriamo sempre persone che ci spaventano perché è una geografia che non conosciamo. Ogni persona che incontriamo è un territorio enigmatico che dobbiamo esplorare. Abbiamo sempre paura di come la capiremo, di come reagirà, e non ci rendiamo conto che, quando guardiamo un’altra persona, in fondo, ci stiamo osservando come in uno specchio. Siamo noi a riflettere i nostri pensieri, le nostre idee“…
“È un momento in cui dovremmo provare a ripensare alla bellezza e al rapporto d’amore nel mondo. Non è possibile che qualcuno pensi ancora che la guerra sia la soluzione. In un momento di così grande tensione politica nel mondo, anche l’arte può dire la sua. Penso che se qualcuno viene qui di giorno e poi di notte e si commuove, è molto importante” (dichiarazioni dell’artista, Diario de Mallorca).
Guardarsi, specchiarsi, comunicare, in silenzio, osservando-ci, in relazione con la nostra essenza, individuale e collettiva.
Mostra: Mirall;
dove: La Llotja, Palma di Maiorca, Spagna;
fino: al 15 febbraio 2025.