Il debutto dell’aereo a idrogeno

L’aereo è il mezzo di trasporto più boicottato dagli ambientalisti perché il più inquinante. I voli sono responsabili dell’emissione del 2% di gas serra a livello globale, del 3% in Europa. A livello di CO2, il trasporto aereo ne produce il 12%, soprattutto i voli a lungo raggio, ossia superiori ai 1500 chilometri (dati, Atag), viaggi per i quali è difficile, se non impossibile, rinunciare agli aeri. Ma la soluzione è dietro l’angolo.

A Cranfield, Regno Unito, il 24 settembre scorso è decollato un Piper di classe M modificato per funzionare con motore elettrico a combustibile d’idrogeno.

Un debutto riuscito e i produttori – ZeroAvia con la collaborazione dei partner European Marine Energy Centre (EMEC) e Intelligent Energy – hanno potuto felicemente annunciare il passo seguente del loro progetto di aviazione sostenibile, denominato HyFlyer: un volo dello stesso aereo commerciale per una tratta di 400 chilometri, con decollo dalle Isole Orcadi a nord della Scozia, entro la fine del 2020.

“Sebbene alcuni velivoli sperimentali abbiano già volato utilizzando celle a combustibile – ha dichiarato Val Miftakhov, amministratore delegato di ZeroAvia, dopo la prova del Piper – le dimensioni di questo aereo commerciale mostrano che i passeggeri potrebbero imbarcarsi molto presto su un volo a emissioni zero”. Con benefici anche per il portafogli posto che – per i produttori britannici, una volta che ‘volare a idrogeno’ rientrerà nel regime ordinario, potrebbe comportare costi minori rispetto ai mezzi tradizionali, sia per carburante e sia per manutenzione.

I finanziamenti del programma HyFlyer provengono in parte dal Governo del Regno Unito e hanno permesso di realizzare presso l’aeroporto di Cranfield, lHydrogen Airport Refuelling Ecosystem (HARE), un’ infrastruttura sperimentale  per la produzione, lo stoccaggio e il rifornimento della compagnia.

Ancora a Settembre, l’Airbus (multinazionale aerospaziale con sede nei Paesi Bassi) ha annunciato la produzione del primo aereo commerciale a emissioni zero entro il 2035 secondo il proprio programma ZEROe, che prevede lo sviluppo di 3 prototipi a idrogeno, ciascuno con soluzioni diverse per coprire le tratte a corto, medio e lungo raggio, entro il 2025.

Sull’idrogeno fornito da fonti rinnovabili come sostituto dei combustibili fossili, punta l’Unione Europea per realizzare l’obiettivo di abbattere completamente le emissioni di carbonio tra il 2030 e il 2050.

L’8 luglio scorso la Commissione ha presentato l’European Clean Hydrogen Alliance, il nuovo organismo formato da autorità nazionali e regionali, rappresentanti della Banca europea, manager ed esponenti della società civile per promuovere e supportare l’uso della tecnologia dell’idrogeno, oltre a prevedere l’estensione di leggi, politiche fiscali, certificazioni e standard comuni affinché affluiscano sempre maggiori investimenti per lo sviluppo su larga scala di piani e infrastrutture specifici.

Misure più che necessarie per affinare la stessa tecnologia dell’idrogeno ancora  prodotta soprattutto da fonti fossili come il gas.

L’idrogeno green, ossia prodotto dall’energia rinnovabile, oltre a non inquinare permetterà di essere di essere stoccato in quantità tali da produrre energia elettrica in grado di rispondere ai picchi di domanda ed eliminare i rischi dei black-out.

 

Immagine: Piper di classe M all’idrogeno

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