Merlino 4.0. L’artigianato del terzo Millennio

Make Faire 2021, la fiera dell’innovazione “umanistico-tecnologica” che si tiene a Roma ogni anno (pandemia permettendo), accoglie imprese, università e scuole che governano il presente-futuro sulla base di conoscenze ed esperienze del passato,  rivisitate dalla mente e dalla sensibilità contemporanee, come il progetto Merlino 4.0 che vi presentiamo in questo articolo.

La più preziosa eredità manifatturiera combinata alla storia del costume, della moda, alle nuove tecnologie, all’abilità manuale e al rispetto dell’ambiente, attraverso un raffinato riuso dei materiali.

Parliamo, dunque, di immaginazione creatrice, come afferma l’illustre designer Munari: “La fantasia, l’invenzione, e la creatività pensano, l’immaginazione vede”.

“L’hanno scorso abbiamo lavorato con il lanificio Merlino, un produttore storico (100 anni) di coperte abruzzesi, estremamente pesanti, caratterizzate da colori particolari e realizzate con un unico modulo. Un articolo di tradizionale raffinatezza, parte integrante del corredo delle spose. Un capo

Un prodotto artigianale di alta qualità e valore etnologico, ma che, con la trasformazione dei costumi e delle abitudini, rischia di diventare obsoleto, nonostante la vitalità aziendale nel cercare di riconvertirsi in azienda tessile per l’abbigliamento”.

A parlare Chiara di Bartolomeo, docente di Abbigliamento  e accessori dell’ITS di Moda di Pescara, Nuove Tecnologie per il Made in Italiy. Fin dalle sue prime parole, sembrano emergere, in un’unica emissione vocale, passione, conoscenza, dedizione, abilità, condivisione dei saperi, amore per la tradizione, propulsione verso l’innovazione. Di seguito, la storia della collaborazione tra mondo imprenditoriale e formativo.

Il lanificio Merlino incontra l’Its di Moda di Pescara

 

L’ITS (Istituto Tecnico Superiore ) di Moda di Pescara viene contatto dal lanificio Merlino perché l’azienda vuole creare un evento, una sfilata in cui le coperte siano  protagoniste.

“Ci siamo  subito appassionate – continua Di Bartolomeo – io stessa provengo da un’Accademia di Moda e la proposta di creare tessuti e modelli (il progetto ricadeva nel centenario dell’azienda), non poteva che travolgermi e travolgerci. Eravamo a novembre 2019, poi con il Covid, ci proposero di usare i loro archivi.

Docenti e studenti siamo andati a prendere i capi e poi li abbiamo modulati, senza tagliarli. Abbiamo sagomato degli abiti su manichino, chiudendoli con dei magneti – che sono stati termosaldati al tessuto. La termosaldatura ci è stata fornita da un’azienda tecnologica.

Dunque non abbiamo cucito, ma chiuso con le termosaldature. Le studentesse hanno ideato un tessuto, non tessuto, partendo da due strati di tulle, intersecando pezzettini di lana accantonate delle coperte (materiale di riuso), con il tulle.

Questi pezzettini di lana sono stati bloccati con le termosaldature. Abbiamo creato anche gonne sagomate con i magneti. Molto scenografico, il prodotto ha avuto molto risalto in televisione in programmi come Linea verde, Life e Il posto giusto, ma nonostante il successo non c’è stato un proseguo.

Quest’anno, data la mia passione per tessuti, ho proposto all’azienda di creare dei tessuti, sempre partendo dalla tradizione delle loro coperte”.

Nasce il progetto Merlino 4.0

Il progetto nasce tra  il felice incontro tra impresa di alta qualità, docenti professionisti e studenti. Oltre a Chiara di Bartolomeo, fashion designer e docente di Abbigliamento e Accessori, partecipano Luciana Mastrolonardo, architetto, docente di Sostenibilità che ha impostato il progetto con il metodo Design thinking e, nello specifico, ha organizzato lo stand per Make Faire e Tiziana Musa, docente di Modellistica che si è occupata della modellistica sia dei volumi che del piazzamento degli abiti , con il programma Clo 3D, seguendo il metodo NO WASTE (senza sprechi), e della confezione dei capi.

Chiara di Bartolomeo ha acquistato i filati sottili con una coloritura più da abbigliamento che da arredamento. Nella lavorazione dei filati, si è lasciato invariato il disegno, ma ne è stata alleggerita la consistenza, senza diminuirne l’efficacia termica. Questo perché le coperte abruzzesi tradizionali sono molto pesanti e le persone non sono più abituate a indossare un capo che pesa.

Si tratta di un tessuto che si usa in maglieria, il cashwool, una lana merino, un prodotto tutto italiano, caratterizzato da morbidezza, elasticità e resistenza.

Una modellistica tecnologica e sostenibile

Dicevamo i modelli sono stati progettati con il programma Clo 3D, grazie alle competenze di Tiziana Musa.

Il programma Clo 3D permette di progettare in piano il cartamodello e, contemporaneamente, consente di vedere i volumi in 3d su una figura umana. In questo modo si oltrepassa il cartamodello e tutta la fase di prototipia, in cui si sarebbe dovuto buttare parte del tessuto, non utilizzato per la confezoine degli abiti.

Si parte da una coperta realizzata con i filati suddetti di 2 metri e mezzo per 2 metri e mezzo, da cui creano 5 capi. Si riesce, dunque a forgiare volumi con una vestibilità naturale, tenendo caldo, senza appesantire, e con una tecnologia, lo ripetiamo  “no waste” (no sprechi), attenta al riuso dei materiali.  Si procede al taglio diretto della coperta, per la creazione dei capi.

Design thinking e sostenibilità

Ogni docente ha messo del proprio rispetto alla propria materia, evidenzia più volte Chiara di Bartolomeo, durante la sua attenta e vitale descrizione dell’arte dell’insegnare e del co-progettare. Muzia e Di Bartolomeo lavoravano insieme da Ferré, con Luciana Mastrolonardo si sono conosciute in istituto, dove quest’ultima insegna Sostenibilità dei materiali e Principi di ecologia industriale.

Il progetto è partito proprio dall’impostazione del design thinking, promosso dall’arch. Mastrolonardo

La metodologia del design thinking sviluppa in un modello progettuale che affronta situazioni articolate, attraverso una visione e una gestione in grado di integrare capacità analitiche e attitudini creative. Ogni membro di un gruppo/azienda è una risorsa in grado di sviluppare un concetto, un’idea sia dal punto di vista dell’ideatore che del destinatario del progetto.

Attrazione fatale: perché non in commercio?

Una collezione di 5 capi che nascono da una coperta, ispirata alla tradizione delle coperte abruzzesi, come Minerva nacque dalla testa del padre (Minerva per gli antichi romani era anche la protettrice degli artigiani) e che durante la fiera di Roma ha lasciato passanti e visitatori senza parole, e con il desiderio di acquistare il cappotto, la giacca o la gonna in mostra.

Da donne adulte, a ragazze adolescenti, a un giovane musicista rap, che avrebbe voluto acquistare una felpa, Made by Merlino 4.0, attratto dal disegno e dal capo reversibile.

Disegni articolati, alta vestibilità, evidente qualità, hanno attratto uomini e donne di ogni età, in nome di uno stile che fa la differenza, che accoglie spirito e corpo in modo autentico.

L’innovazione della tradizione e la tradizione dell’innovazione in una dimensione tecnologica sono state comprese a tutto tondo. Un tessuto di alta qualità, piacevole, confortevole. Un disegno antico che ci racconta la storia delle tradizioni abruzzesi e le riporta nel terzo millennio, rinnovandole.

La famiglia Merlino desidera un passaggio generazionale del proprio artigianato, del proprio marchio. Se le studentesse riuscissero a trovare un finanziamento per creare una start up e, insieme al lanificio Merlino, dare nuova vita alle coperte secolari, si potrebbe originare un nuovo Made in Italy, che possiede già un suo bacino di acquirenti potenziali.

L’azienda Merlino inoltre è ubicata presso un torrente e consuma energia in modo autonomo, attraverso una centralina interna all’azienda.

Fedeltà infedele del capo 4.0

L’azienda ha molti telai, produce anche i nastri per le coperte, quei nastri che sono stati utilizzati per creare capi riversibili. Inoltre a livello manuale, nel lavoro di tessitura, le creative di Merlino 4.0 hanno bloccato la bobina per creare delle righe che ricordano lo sportwear, riga nera e riga pervinca, colori tipici ello sportwear.

Si tratta di capi taglia unica; le gonne sono regolabili con i bottoni che si spostano.

La ricerca accurata di non disperdere i materiali e di essere “fedelmente infedeli” alle coperte originali, ha fatto s^ che le frange che adornano i capi di abbigliamento, cadano esattamente come sono situate nelle coperte, così le righe, fatte a mano.

Per comprendere quanta economicità ci sia nella lavorazione, basti pensare che normalmente un cappotto consuma 1 m e 80 di stoffa, la collezione Merlino 4.0, con due metri e mezzo su due metri e mezzo di stoffa ha dato vita a 5 capi.

Il racconto di Chiara Bartolomeo ci immerge in un mondo di eccellenza artigianale, in cui si fondono professionalità, storia, abilità, conoscenza,, desiderio di trasmettere le proprie competenze, apprendimento attivo.

Le nuove tendenze delle grandi maison mirano al colore, ai tessuti lavorati, in cui le frange rappresentano uno degli elementi cardine.

In perfetta sintonia con la sensibilità della moda e le tendenze del mercato Merlino 4.0  mostra una collezione all’avanguardia per la nuova stagione.

Industry 4.0

 

È il quarto anno che l’Its di Moda di Pescara rientra tra i primi dieci partecipanti al progetto Industry 4.0  Miur-ITS,  a cui il ministero offre lo stand.

Nel passato recente, infatti, un altro articolo particolarmente innovativo, tecnologico e funzionale, sempre frutto del design thinking, ha ricevuto il plauso da parte del MUR e del pubblico, le giacche tecnologiche da uomo, con tessuti antibatterici, termoregolanti che non hanno bisogno di essere stirati.

Un capo sofisticato, molto facile da maneggiare e protettivo, data la sua capacità di termoregolazione.

Le giacche, tagliate con il laser e assemblate con la termosaldatura sono estremamente leggere e compatte e seguono il movimento del corpo. Per la ricerca del materiale, la scuola si è avvalsa del supporto dell’azienda Tombolini e della loro esperienza nella modellistica. Per la parte tecnologica, della Bond Factory di Chieti a cui si rivolgono i grandi brand.

Un vivaio di idee, di abilità, di intelligenza, di passione che si incontrano, si danno la mano, camminano insieme e si passano il testimone del Made in Italy del terzo millennio.

 

 

Immagini per gentile concessione dell’Its Moda di Pescara

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