Occupazione e tradizione. È la manna

Il 1° settembre a Pollina (Palermo), come ogni anno, si terrà la Sagra della Manna.  Questa sostanza naturale più famosa per la Bibbia che per la sua coltivazione è una realtà agricola siciliana le cui tecniche di produzione si tramandano da secoli.

La manna, infatti, si ottiene attraverso la solidificazione delle secrezioni della resina di alcune piante appartenenti al genere del frassino (Fraxinus L) nel periodo estivo che va da metà luglio a metà settembre. Nel corso di questi 60 giorni, quotidianamente, si praticano incisioni nei tronchi degli alberi dai quali fuoriesce la linfa. Dopo circa una settimana dalle incisioni avviene la raccolta.

La manna, ben lo sappiamo, è una risorsa naturale colma di proprietà eppure non è tutta uguale, ma si differenzia per qualità: la più pregiata e la Cannolo, perché priva d’impurità, segue la Rottame e In Sorte chiamata così, non ha caso, posto che è raccolta in contenitori posti alla base dell’albero.

Dopo il declino il successo del progetto

Come dicevamo la produzione della manna rientra nella tradizione agricola siciliana, la cui coltivazione del frassino da manna fu appresa, probabilmente, dagli arabi durante la loro dominazione sull’isola (dal IX all’XI secolo), in declino dopo la Seconda Guerra Mondiale è ripresa alacremente nel 2015  grazie al contributo della Fondazione con il Sud che ha avviato il progetto Quando la manna non cade dal cielo. Un prezioso supporto che ha consentito, nella zona della Madonia, di rimettere in coltura i frassineti abbandonati, creando al tempo stesso un sistema di formazione che ha portato i più anziani produttori di manna (i Ntaccalori) ad insegnare la tecnica alle nuove generazioni e a creare un consorzio con il compito della lavorazione e della vendita del prodotto, supportato dalle attività di ricerca, marketing, promozione e diffusione del prodotto, usato in gastronomia, farmacia, erboristeria e cosmetologia.

Dopo 3 di anni di lavoro operativo la base produttiva di Castelbuono e Pollina si è estesa a 60 ettari di frassineti rimessi in coltura, ha creato 40 nuovi posti di lavoro e sono circa 1500  i chili di manna prodotti annualmente dal Consorzio Obbligatorio Produttori della Manna, che fa parte del Presidio Slow Food.

Il Museo

Per conoscere la storia di questa resina portentosa, sempre a Pollina è stato allestito il Museo Etnoantropologico della Manna  che racchiude gli arnesi antichi (ma validi ancora oggi) per la produzione e consente ai visitatori un percorso didattico per apprendere l’evoluzione delle tecniche di coltivazione,  lavorazione e raccolta. Da giugno a settembre, quando è in coltura, è possibile, dietro prenotazione, visitare il Campo dimostrativo.

La manna, dunque, “non cade dal cielo” e oggi come ieri crea se non ricchezza sicuramente occupazione, mantenendo vivi il territorio con la sua economia e le tradizioni.

 

Fotografie dall’anno: 1) Manna; 2) l’incisione; 3) Museo – Campo dimostrativo

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