Gestire il doping emotivo. Note di un apprendista

Che cosa accade a uno stato psico-fisico dopo che si è vissuto emozionalmente un momento di gioia, di serenità? Si aprono inconsciamente scenari, orizzonti nuovi. La nostra vita interiore (inconscia) inizia a parlarci, a farci proposte allettanti e noi iniziamo a pensare, ad agire come se queste illusioni di felicità fossero reali, autentiche. Una forma di droga, di naturale sostanza stupefacente?.

Poi, passato l’effetto, che succede? Improvvisamente, un senso di vuoto incolmabile, sembra di sprofondare in un abisso. Il cuore batte forte, il respiro è affannoso, le membra pesanti, la testa va per conto suo e lo stato d’animo è confuso, opaco, di un’irrequietezza stagnante.

Un’iperattivazione innaturale. Ecco, è proprio quando ci troviamo in quello stato di astinenza emotivo – non previsto, che ci sorprende, ci stravolge e ci avvolge – che ci aiuterebbe fare un bel respiro e, scientemente, attivare lo stato di consapevolezza.

Un ricorso graduale a tutte le strategie in nostro possesso per tornare alla ‘normalità’, senza transitare in modo radicale dall’inconsapevole euforia a quel sottile stato depressivo non conclamato, ma che ci provoca un notevole disagio psico-fisico.

Quali strategie possiamo adottare? Proviamo a fare un po’ di chiarezza dentro e fuori di noi.

Prima di tutto, non lasciamoci trasportare da quel senso fisico di alterata spossatezza, di una sorta di agoro-claustrofobia all’unisono. Non è successo nulla di irreparabile; è il nostro inconscio che attiva quel meccanismo di doping emotivo; non appena ci lasciamo andare, non appena ci sentiamo gratificati.

La prossima volta che assaporiamo quel continente benessere, una buona tecnica, potrebbe essere, per esempio, gestirlo emotivamente, essere presente, sapendo che è un momento. Nulla di essenziale è cambiato o cambierà nel breve periodo.

Sarebbe bene, passata la 2calma euforia”, mettersi subito a fare qualcosa di ordinario, riprendere subito le fila della nostra quotidianità.  Soppesare, valorizzare il benessere percepito, ma come risorsa energetica sostenibile e rinnovabile, non come azione propulsiva la cui benzina (non sostenibile, non rinnovabile), presto ci lascerà a secco.

Razionalizzata l’emozione, rimane il sentimento.

Immagine di copertina: foto di Andrea Piacquadio, sito pexels.com

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