Il colloquio di lavoro. La strana commedia dell’essere

Intervista di lavoroEtica del lavoro, spirito di squadra, capacità di ascolto, negoziazione, flessibilità, attenzione al cliente, lealtà aziendale, valorizzazione delle risorse umane, meritocrazia, solo alcuni dei “must” che risuonano durante gli incontri e le interviste di lavoro.

Non si preoccupi l’incauto lettore che ha avuto la gentilezza di “cliccare” sul presente articolo. Non è nostra intenzione di de-scrivere l’ennesima formula magica che permetterà di accedere ad un ipotetico posto di lavoro, affrontando nel modo più adeguato il mitico e mitizzato colloquio di lavoro.

Una condizione antropologica talmente reale da trasformarsi, a volte, in situazioni surreali in cui il “candidato” si sente forzato ad apparire, a riassumere in poche scarne parole, un’esistenza più o meno lunga. Due sconosciuti a confronto.

La notte prima non si dorme, ci si sente agitati, preoccupati ma anche speranzosi. Si dorme a intermittenza,  insicurezza, si pensa se si ha fatto bene ad accettare, sì, forse è la volta buona. Ti svegli con netto anticipo, ti prepari con cura, selezioni l’abito, non appariscente, che comunichi determinazione e positività. Sei decisamente “over”,  ma il nervosismo è lo stesso di 20 anni fa. Durante il tragitto da casa al potenziale lavoro con i mezzi (se non c’è sciopero). Nella testa scorrono immagini alla rinfusa, errori commessi, azioni mancate, se solo avessi fatto, se solo non avessi fatto…

Poi infreddolito o accaldato (a seconda delle stagioni) approdi al “posto”, in senso lato. Mentre aspetti, ti guardi intorno. Sguardi fissi, abbigliamenti dei più vari, così come l’età e le origini delle persone “invitate” al colloquio. Tocca te; ecco il fatidico colloquio. Ti presentano l’azienda, tu hai poco spazio per esprimerti. La prima fase del colloquio è terminata. Nel pomeriggio ti chiamano e ti dicono che puoi iniziare il corso di formazione.

All’indomani, inizi il corso insieme agli altri presunti “fortunati”, ti ri-trovi negli occhi di un giovane uomo, di una donna nigeriana e di un uomo attempato in cerca di una seconda opportunità. Le ore trascorrono e gradualmente ti rendi conto che stai affrontando l’ennesimo vuoto a perdere, tuttavia ti senti sollevato.

Fai un respiro, sorridi, ringrazi e vai per la tua strada.  Ti senti chiamare. Ti volti e vedi che è la giovane donna che sedeva accanto a te in quell’ambigua sala di formazione. Camminate insieme; condividete quella mini esperienza di pseudo-lavoro e ti senti comunque parte di un tutto, hai ancora una possibilità di comunicare, confrontarti e continuare a cercare la tua via.

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