Lo stato dell’arte delle esecuzioni capitali nel mondo

Cadono in autunno le Giornate istituite contro la pena di morte: il 10 ottobre, indetta nel 2007 dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e il 30 novembre, secondo la campagna della Comunità di Sant’Egidio, Cities for life  (Citta per la vita), commemorando la prima abolizione della pena capitale, avvenuta nel 1786 nel Granducato di Toscana.   Campagna internazionale, dal 2002 vi hanno aderito 2163 comuni tra cui 80 capitali.

I progressi

Nell’estate del 2023 il Parlamento del Ghana ha votato per eliminare la pena capitale dal Criminal and Other Offences Act del 1960 e dall’Armed Forces Act del 1962. Un passo importante del Ghana verso l’abolizione della pena di morte, come ha dichiarato Samira Daoud, direttrice di Amnesty International per l’Africa occidentale e centrale. Il Ghana sarà presto il 24mo dei 55 Paesi africani che hanno già abolito la pena capitale.

Una buona notizia, dunque, accanto ai notevoli progressi avvenuti in Guinea Equatoriale e Zimbabwe che l’anno cancellata per i reati comuni. Ottime notizie, invece, quelle che ci riferiscono dell’abolizione della pena di morte per tutti i reati avvenuta in Kazakistan, Papua Nuova Guinea, Repubblica Centrafricana e Sierra Leone.

I regressi

Sono sporadici raggi di sole nel buio i precedenti descritti dei dati pubblicati da Amnesty International che hanno visto nel 2022 raggiungere il numero di condanne eseguite più alto degli ultimi 5 anni: 883 in 20 Stati, escludendo le presumibili migliaia di persone uccise in Cina, in Corea del Nord e in Vietnam, i cui dati non sono resi pubblici.

Un incremento del 53% rispetto al 2021 di persone giustiziate – la maggioranza per reati legati alla droga – soprattutto in Arabia Saudita (196), Iran (576 e dove si ha il più alto numero di esecuzioni di donne e minori al mondo, come riporta il giornalista Mariano Giustino su Twitter, lo scorso 20 dicembre) ) ed Egitto (24).

Da gennaio ad agosto 2023 sono state giustiziate 538 persone.

I reati puniti con la condanna a morte

Oltre al traffico di droga i reati più puniti sono l’omicidio volontario e aggravato, spionaggio, alto tradimento e terrorismo.

Negi Paesi islamici si è condannati a morte anche per apostasìa; in Iran, Yemen, Arabia Saudita, Nigeria, Sudan, Somalia, Uganda per omosessualità; mentre per le donne adultere vale la lapidazione negli Emirati Arabi, in Arabia Saudita, Pakistan, Afganistan, Yemen, Iran. Brunei, Nigeria e Sudan.

Contemplata l’esecuzione capitale per violenza sessuale in Arabia Saudita, Bangladesh, Egitto, Iran, Pakistan e India e per corruzione in Vietnam e in Cina.

I metodi

Decapitazione in Arabia Saudita, impiccagione in Bangladesh, Egitto, Giappone, Iran, Iraq, Myanmar, Singapore, Siria e Sudan del Sud. In Vietnam e Stati Uniti la pena di morte viene eseguita con l’iniezione letale come in Cina dove è prevista anche la fucilazione.

55 Paesi, uno nel continente europeo

C’è un unico Paese nel continente europeo che applica ancora la pena di morte ed è la Bielorussia, mentre la Russia ha firmato la Convenzione europea ma non l’ha ratificata.

Complessivamente sono 55 i Paesi che applicano ancora la pena capitale anche per reati comuni tra questi sono annoverati anche gli Stati Uniti d’America.

Per la moratoria universale

Da quando nel 1948 è stata pubblicata la Dichiarazione Universali dei Diritti Umani (adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite) sono 144 Paesi che hanno abolito la pena di morte, la maggior parte negli ultimi decenni: fino al 1977, infatti, erano soltanto 16.

Recentemente all’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 125 dei 193 Stati – membri, si sono espressi a favore di una moratoria universale contro le esecuzioni, in vista della completa abolizione della pena di morte.

Contro la pena capitale nel 2022 è stata costituita la Coalizione mondiale formata da Ong, associazioni di avvocati e sindacati.

 

 

Immagine: by cottonbro studio – pexels-photo-6484956

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